La scultura, che oggi sarà consegnata a Giacomo Rizzolatti, è stata realizzata dall'artista Piero Gemelli: «Il sostegno alla ricerca è l'unico atto di egoismo che funzioni»
A qualcuno potrebbe sorgere il dubbio: quale scultura potrebbe sintetizzare quanto fatto in vita da Umberto Veronesi? Il quesito, se posto in questi termini, sembrerebbe destinato a rimanere privo di risposta. Per questo Piero Gemelli, quando gli è stato chiesto di realizzare un'opera in memoria del chirurgo, di cui oggi si celebra il primo anniversario della scomparsa, s'è preso qualche giorno di tempo per pensare al soggetto a cui dare forma. Poi è giunta l'ispirazione. «L'opera che ho ideato rappresenta la facoltà dell'uomo di perseguire una vita migliore attraverso la ragione», spiega l'artista alla vigilia della giornata che vedrà il neuroscienziato Giacomo Rizzolatti ricevere la scultura, nel corso della cerimonia del premio «Lombardia è Ricerca» in programma al Teatro alla Scala di Milano.
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LA CENTRALITA' DELL'UOMO
Gemelli, architetto e fotografo di fama internazionale, ha realizzato un’opera (visibile in fotografia) che dimostra «il rapporto diretto tra il cervello e la matita, all'interno del quale la mano è soltanto un amplificatore di segnale». Da qui anche la scelta di una linea mai segmentata, simbolo della continuità alla base del gesto (dell'artista) e del pensiero (dell'uomo di scienza). L'opera, spiega l'artista, «racconta la circolarità che c'è tra il pensiero, alla base dell'attività di ricerca, e l'uomo, che è soggetto pensante e fruitore ultimo della ricerca». Tutto giunge dunque a compimento lì dove aveva avuto inizio. «Causa e soluzione sono nell'azione dell'uomo stesso che, nel ricercare una soluzione per un disagio personale, rischia di trovarne una disponibile per l'intera comunità».
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L'IMPORTANZA DEL SOSTEGNO ALLA RICERCA
Per Gemelli, in un mondo in continua connessione, «sostenere la ricerca è l'unico atto di egoismo che funzioni»: lo si compie nella speranza di migliorare la vita propria, ma se le cose vanno per il verso giusto si finisce per rendere più radiosa quella di tutti. «Lo scienziato siamo tutti noi, che sostenendo la ricerca diveniamo protagonisti attivi della stessa». Aggiunge Denis Curti, coordinatore del comitato artistico della Fondazione Umberto Veronesi. «La scultura rappresenta i temi della ricerca scientifica e ribadisce l'importanza della dimensione più intima e segreta dei sentimenti». Nel 2018 l'opera, al cui interno è racchiuso anche il logo della Fondazione, sarà riprodotta in fotografia. «Si tratterà di una stampa particolare, al platino palladio, in grado di resistere anche per due secoli», chiosa Gemelli.
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).