Altre News
Redazione
pubblicato il 08-02-2012

Un concerto per ricominciare a vivere



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Si terrà il 29 gennaio 2012, al teatro alla Scala di Milano, il Concerto che contribuirà allo sviluppo di Club Itaca, un progetto per la riabilitazione e l’inserimento lavorativo di chi soffre di disturbi mentali

Un concerto per ricominciare a vivere

Si terrà il 29 gennaio 2012, al teatro alla Scala di Milano, il Concerto che contribuirà allo sviluppo di Club Itaca, un progetto per la riabilitazione e l’inserimento lavorativo di chi soffre di disturbi mentali

Uno straordinario evento è organizzato dall’Associazione Progetto Itaca in collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi e Serate Musicali: una raccolta fondi destinata a finanziare Club Itaca Milano, una struttura che ha come obiettivo il reinserimento nel mondo lavorativo e di relazione di persone che si sono trovate ad affrontare il disagio psichico. Il Concerto avrà inizio alle ore 20.00. Suonerà l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, direttore: Yuri Temirkanov. Il programma prevede il Concerto per pianoforte e orchestra in la minore (opera 54) di Robert Schumann e la Suite n. 3 (opera 55) di P?tr ll’i? ?iajkovskij.

L’Associazione Progetto Itaca nasce nel 1999 come organismo di volontariato teso a dare un forte contributo alla prevenzione dei disturbi psichici e alla loro cura. Si pone innanzitutto come punto di riferimento all’interno di una rete di informazione sulla salute mentale favorendo il rapporto tra pazienti e le strutture sanitarie presenti sul territorio. Si occupa in particolare di reintrodurre nella vita quotidiana, che non è più solo malattia, le persone che hanno affrontato un lungo percorso di cura. Progetto Itaca assiste la persona e i suoi familiari nel processo di riabilitazione restituendo dignità ad una vita “messa in pausa” dalla malattia mentale. Ci siamo fatti raccontare Progetto Itaca dal professor Giorgio Rezzonico che ha partecipato ai primi passi dell’Associazione più di dieci anni fa.

Professor Rezzonico, com’è cominciata la sua collaborazione con Progetto Itaca?

Conoscevo una persona che è stata uno dei fondatori di Itaca e quindi sono stato spettatore attento della sua esperienza ed ero informato su ciò che avveniva, in particolare sui loro primi passi e sulle prime iniziative che hanno attivato. Sono stato poi chiamato a fare qualche unità di formazione secondo il modello riabilitativo cognitivo costruttivista che allora utilizzavo presso il Centro al Dragonato di Bellinzona, un Centro per l'integrazione sociale e professionale di soggetti con disagio psichico, sociale e psichiatrico. In seguito ho conosciuto lo staff dirigenziale e diverse persone che erano impegnate nei gruppi.

Come nasce Progetto Itaca?

Itaca nasce da IDEA, fondazione creata da Cassano, professore Ordinario di Psichiatria dell’Università di Pisa. Sulla falsa riga di Idea Itaca ha generato diversi gruppi di Auto Aiuto a Milano e successivamente in altre zone. A seguito dell’esperienza maturata nei gruppi è risultato evidente che, al di la dell’importanza del gruppo di auto aiuto, era necessario offrire un servizio di riabilitazione laddove non esistevano strutture analoghe a livello di Servizio Sanitario Nazionale. Il servizio pubblico è concentrato, in termini riabilitativi, in particolare sulla patologia grave, e questo soprattutto fino a dieci anni fa.

Quali obiettivi si pone?

Il Progetto Itaca ha dato la possibilità a molte persone di seguire un programma riabilitativo attraverso una serie di iniziative e attività che si rifanno ai Club di matrice statunitense. E’ così che nasce Club Itaca, struttura in cui è possibile un primo livello di attività di tipo lavorativo. L’aspetto interessante che ha dato un valore aggiunto a questa iniziativa è stato quello di poter avere dei referenti esterni per gli inserimenti in ambienti lavorativi “normali”. Ovviamente questo salto di qualità è stato fatto con le necessarie cautele. La persona ha la possibilità di mettersi a confronto con aspetti di normalità. In questo modo vengono valorizzate le sue capacità, orientate verso un apprendimento costante. E’ il caso di sottolineare che è stata mantenuta una netta distinzione tra terapia e riabilitazione. A Itaca ci si occupa soprattutto di riabilitazione delle persone, delle loro capacità e delle loro risorse. Questo vuole dire interfacciarsi con l’area terapeutica e assistenziale mantenendo però chiari confini e diversità di competenze e funzioni.

Quali sono generalmente le difficoltà che si incontrano in questo tipo di esperienza?

Le difficoltà sono in genere quelle delle associazioni di volontariato: trovare un equilibrio tra il volontariato, che, pur con i suoi limiti, deve mantenere la sua autonomia, e il supporto di professionisti come psichiatri o psicologi senza che questo diventi preminente. Proprio i contatti internazionali sono stati molto utili al fine di mantenere questo delicato equilibrio. Un altro problema è il numero delle richieste, inevitabilmente più alto delle possibilità di intervento. Questo problema riguarda la maggior parte delle associazioni di volontariato, soprattutto quando queste offrono una serie di servizi particolarmente utili.

Cosa si può fare in proposito?

Un modello funzionale come questo dovrebbe essere ampiamente diffuso e istituzionalizzato. Progetto Itaca potrebbe essere un punto di partenza, un esempio da cui creare una rete che, con un concetto analogo, sviluppi questa idea.

Un obiettivo importante dell’Associazione Progetto Itaca e altre realtà presenti sul territorio è la diffusione dell’informazione sulla malattia mentale. Il malato mentale è visto ancora oggi come un pericolo, qualcuno da cui tenersi lontano, da emarginare. Il malato psichico è invece una persona che ha delle risorse, delle capacità e che può ancora avere un ruolo nella società. Con la legge Basaglia del 1978 furono poste le basi per un corretto approccio conoscitivo alla malattia mentale. Conoscere significa non aver paura. E’ importante offrire la possibilità di investire in un processo riabilitativo. Riabilitare, infatti, significa diminuire il rischio che il disturbo mentale si ripresenti; significa mettere in grado colui che ha superato il disagio psichico di poter tornare alla propria vita.

La vera sfida sarà quella di scorgere gli aspetti di “normalità” della persona, affinché questi possano realmente emergere.

Dario De Gennaro

(Per informazioni sul Concerto: tel. 02-62695235, e-mail segreteria@progettoitaca.org)


Articoli correlati


In evidenza

Torna a inizio pagina