Nonostante il numero di casi in Italia sia costante è vietato abbassare la guardia. Veronesi: “Bisogna attuare con la massima diligenza le misure preventive”. Test cutaneo e radiografia al torace gli esami consigliati
La tubercolosi continua a colpire. Nei mesi scorsi ha suscitato scalpore la notizia dell'infermiera del Policlinico Gemelli di Roma che avrebbe infettato diversi neonati. Poco tempo dopo è toccato ancora a del personale sanitario. A Torino sono risultati positivi al test per la TBC 5 studenti di Medicina dell'Ospedale “Le Molinette”. Un ritorno della malattia? Come dichiara il professor Umberto Veronesi, «Sulla tubercolosi bisogna avere il coraggio di dichiarare lo stato di massima allerta e agire di conseguenza. Se è vero che in Italia l’incidenza della malattia non è alta, è anche vero che bisogna attuare con diligenza le misure di prevenzione». La TBC infatti continua a mietere nel mondo milioni di morti ogni anno. Una malattia tutt’altro che sconfitta: dall'India giunge notizia di un ceppo resistente a qualunque farmaco.
LA MALATTIA- Il Mycobacterium tuberculosis è il microrganismo che causa la tubercolosi. Esso può essere trasmesso per via aerea da un individuo malato, tramite saliva, starnuto o colpo di tosse. Per propagare l’infezione bastano pochissimi bacilli anche se non necessariamente tutte le persone contagiate dai batteri si ammalano subito. Il sistema immunitario, infatti, può far fronte all’infezione e il batterio può rimanere quiescente per anni, pronto a sviluppare la malattia al primo abbassamento delle difese. Secondo i dati riportati dall'ISS, si calcola che solo il 10-15% delle persone infettate dal batterio sviluppa la malattia nel corso della sua vita. Un individuo malato, però, se non è sottoposto a cure adeguate può infettare, nell’arco di un anno, una media di 10-15 persone.
IN ITALIA- Nonostante i casi del personale sanitario affetto da TBC sia eclatanti in Italia non esiste nessuna emergenza immediata. Ogni anno il numero di casi è costante e, secondo il rapporto presentato dall'Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 1998-2008 i tassi di incidenza della malattia sono stati stabili e inferiori ai 10 casi per 100.000 abitanti. Dunque l'Italia è una delle nazioni a bassa endemia. Nonostante ciò non si deve assolutamente abbassare la guardia. Nel caso degli studenti di Torino sembra che siano state trascurate proprio quelle norme di prevenzione che prescrivono di sottoporre al test della tubercolina le persone che entrano in contatto con l’ambiente ospedaliero. «Purtroppo -continua Veronesi- proprio negli ospedali, dove è alto il rischio di contagio delle varie infezioni, vengono disinvoltamente trascurati gli screening d’obbligo per tutti i lavoratori, siano essi medici, infermieri, o studenti che svolgono il tirocinio».
PREVENZIONE- Scarse condizioni di vita, come malnutrizione e pessime situazioni igenico-sanitarie, possono portare ad un abbassamento delle difese immunitarie e al conseguente sviluppo della malattia. Ciò però può essere vero solamente per alcune fasce di popolazione. Ma per gli studenti di medicina colpiti? Spesso quando si ha una semplice tosse viene scarsamente presa in considerazione l'ipotesi della tubercolosi. E' invece importante indagare la possibile presenza del microrganismo attraverso una radiografia del torace e il test cutaneo. La diagnosi è tanto più efficace quanto più è precoce, con ripercussioni positive sia per la guarigione del malato, sia per la prevenzione del contagio di altre persone. «Non si può colpevolmente abbassare la guardia proprio quando si tratta di monitorare lo stato di salute degli “addetti ai lavori”, uno stato di salute che dev’essere ottimale, sia per garanzia del personale sanitario sia per la massima tutela dei malati ricoverati» conclude Veronesi.
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.