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Redazione
pubblicato il 15-01-2014

Sperimentazione animale: le modifiche volute dal parlamento alla direttiva europea



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A differenza degli altri Stati dell'Unione l'Italia ha deciso di introdurre norme più restrittive. La palla ora è in mano al Governo

Sperimentazione animale: le modifiche volute dal parlamento alla direttiva europea

In principio ci sono 3 “R”: ideare dove possibile metodi alternativi di indagine scientifica (Replacement), ridurre il numero di cavie utilizzate (Reduction), migliorare le loro condizioni in laboratorio (Refinement). Riassumono una strategia che ha come obbiettivo ultimo l’abolizione della sperimentazione animale.

Sono questi i tre pilastri principali della Direttiva Europea 2010/63/Ue. Un testo, redatto dall'europarlamento con l'aiuto di scienziati e associazioni animaliste, volto ad armonizzazione la sperimentazione animale in Europa, conciliare il benessere delle specie sottoposte a test e le necessità di ricerca scientifica.  

Quasi tutti gli stati membri hanno recepito la direttiva tal quale. L'Italia non è tra questi: il Parlamento ha deciso di introdurre modifiche sostanziali. Le modifiche introdotte vietano gli esperimenti e le procedure che non prevedono anestesia o analgesia, qualora esse comportino dolore all'animale, ad eccezione dei casi di sperimentazione di anestetici o di analgesici; l'utilizzo di animali per gli esperimenti bellici, per gli xenotrapianti e per le ricerche su sostanze d'abuso, negli ambiti sperimentali e di esercitazioni didattiche ad eccezione della formazione universitaria in medicina veterinaria e dell'alta formazione dei medici e dei veterinari; l'allevamento nel territorio nazionale di cani, gatti e primati non umani destinati alla sperimentazione.

Il Parlamento nel mese di luglio ha deciso di lasciare al governo, con apposita legge delega, l’onere di stendere una nuova legge tenendo conto degli emendamenti presentati. Entro marzo è prevista la formulazione della legge definitiva


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