Secondo un nuovo rapporto dell’Oms nel 2050 le donne di 50 anni avranno un’aspettativa di vita di altri 33 anni in media. Oggi sono 29
Secondo un nuovo rapporto dell’Oms nel 2050 le donne di 50 anni avranno un’aspettativa di vita di altri 33 anni in media. Oggi sono 29
Nel mondo cresce la speranza di vita per le donne oltre la mezza età. Lo afferma un nuovo rapporto pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), secondo cui l’aspettativa di vita media globale per le donne all’età di 50 anni passerà dai 29 anni del 2010 a 33 anni nel 2050. Il cambiamento sarà più evidente in alcuni paesi a basso reddito, ma per i paesi ad alto reddito, come l’Italia, si attende un aumento di quasi 3 anni (da 33,4 a 36,1).
A cosa si deve questo progresso? Nei paesi ricchi, soprattutto alla riduzione della mortalità per malattie cardiovascolari, merito probabilmente – suggeriscono gli autori del rapporto – di una miglior capacità di prevenire e curare i fattori di rischio come l’ipertensione o l’ipercolesterolemia e dei progressi nei trattamenti per queste patologie. Inoltre, le donne mature muoiono meno di tumori allo stomaco, colon, seno e cervice uterina, grazie a una combinazione di prevenzione e cure più efficaci rispetto al passato.
John Beard, direttore del dipartimento Oms sull’invecchiamento e uno degli autori dello studio, tira le fila dei risultati ottenuti: «Malattie cardiovascolari, ictus e cancro sono le maggiori cause di morte per le donne dopo i 50 anni, perciò tutti i paesi dovrebbero impegnarsi a ridurre la pressione arteriosa con farmaci meno cari e diffondere gli screening per i tumori di seno e collo dell’utero. Queste malattie possono essere prevenute o curate. Altrettanto cruciale – conclude – è portare le donne a evitare il fumo, l’alcol in eccesso e l’obesità».
L’ATTESA DI VITA NEL MONDO - Oggi un essere umano ha una speranza di vita alla nascita di 70 anni, due in più di 10 anni fa, 6 in più rispetto al 1990. La straordinaria storia dell’aumento medio degli anni da vivere rivela drammatiche diseguaglianze fra popolazioni, ma riguarda il mondo intero. Si vive più a lungo o, per dirla altrimenti, si muore più tardi. Mai come prima nella storia dell’umanità. Nel 2011, riporta l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), un nuovo nato si può aspettare in media di vivere 80 anni nei paesi ad alto reddito e 60 in quelli poveri. Sono 3 i paesi con un’aspettativa di vita alla nascita inferiore ai 50 anni (Sierra Leone, Repubblica Centroafricana, Repubblica Democratica del Congo) e 32 paesi hanno invece superato il giro di boa degli 80 anni, quasi tutti in Europa, tranne Canada, Giappone, Singapore, Qatar, Australia, Corea del sud, Nuova Zelanda e Kuwait. Vent’anni fa, nel 1990, nessuna nazione toccava gli 80 anni di vita media attesa, ma in 25 nazioni un neonato aveva di fronte a sè una prospettiva di 76-79 anni; i paesi in cui la speranza di vita non arrivava ai 50 anni erano ben 26. Gli autori di uno studio del 2012 apparso su Pnas hanno scritto: «Il grosso di questo calo di mortalità si è avuto dopo il 1900 ed è stato sperimentato solo da 4 delle circa 8.000 generazioni umane vissute finora». In Italia siamo passati da 74 anni nel 1980 a 79,9 nel 2003, a 82,1 nel 2011. L’Italia, precisa l’Oms, è il paese al mondo in cui il tasso di invecchiamento della popolazione è più elevato.
COSA E’ L’ASPETTATIVA DI VITA - Vale la pena chiarire i termini che si incontrano leggendo questo tipo di statistiche. L’aspettativa di vita è – appunto – il numero medio di anni che una persona si può aspettare di vivere, stando ai tassi di mortalità della popolazione cui appartiene, in un certo momento. Alla nascita, a 20 anni o a 60, ad esempio, il valore non è lo stesso. Ecco perchè, ad esempio, l’Oms dice che nel 2011 l’aspettativa di vita alla nascita nel mondo è di 70 anni, ma la speranza di vita media a 60 anni è di 20 anni (24 nei paesi più ricchi, 17 in quelli a più basso reddito). Quest’ultimo dato, infatti, si basa sui tassi di mortalità dei sessantenni e sulla media non influiscono fra l’altro i tassi di mortalità infantile, ancora purtroppo elevati in molte aree del pianeta.
AIDS IN AFRICA - Uno sguardo alla demografia globale permette di comprendere alcuni fattori sociopolitici e sanitari cruciali nella nostra epoca. Qualche esempio: sempre stando ai dati Oms, risulta che gli anni ’90 hanno registrato una momentanea frenata nell’aumento dell’aspettativa di vita, con una stagnazione in Europa e addirittura una diminuzione in Africa. Fra le cause, i trend di mortalità nei Paesi dell’est europeo e l’epidemia di Aids/Hiv in Africa, dove l’introduzione delle terapie antiretrovirali ha consentito di invertire la tendenza, riportando l’aspettativa di vita media alla nascita dai 50 anni del 2000 ai 56 del 2011.
SPECCHIO DELLA QUALITA’ DI VITA - E non solo. Dal confronto fra paesi emergono spunti di riflessione. Nel 1980 Stati Uniti e Italia condividevano una stessa aspettativa media di vita (74 anni, dati Banca Mondiale). A distanza di 20 anni si registra un divario di oltre 4 anni (78,6 negli Usa e 82,1 in Italia), che secondo molti osservatori riflette le forti diseguaglianze all’interno della società americana, sia in termini di accesso ai servizi sanitari che di stili e condizioni di vita.
Donatella Barus
@donatellabarus