Il 14 giugno l'Organizzazione Mondiale della Sanità celebra la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue
Il 14 giugno l'Organizzazione Mondiale della Sanità celebra la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue
I DONATORI - Sono 107 milioni le donazioni di sangue nel mondo. Erano 80 milioni nel 2004. Di queste, la metà proviene da Paesi ad alto reddito, dove risiede il 15% della popolazione mondiale.
I DESTINATARI - Il sangue è rosso in tutto il mondo, ma nei paesi ricchi le trasfusioni sono destinate perlopiù agli ultrasessantacinquenni (76%), mentre nelle nazioni più povere sono i bambini sotto i 5 anni i primi riceventi (65%). Cambia anche il motivo delle trasfusioni. Nei paesi ricchi si rendono necessarie soprattutto in chirurgia cardiovascolare, trapianti, traumi maggiori e terapie antitumorali. Nelle aree a reddito medio-basso servono soprattutto per le complicanze legate alla gravidanza e al parto e per l’anemia severa nei bambini.
IN CRESCITA - Le campagne come quelle dell’Organizzazione Mondiale della Sanità servono? Pare di sì. L’obiettivo per il 2020 è quello di coprire il fabbisogno di sangue con donazioni su base volontaria non retribuite. Dal 2004 al 2011 le donazioni di questo tipo sono cresciute di 7,7 milioni di unità, coprono almeno il 90% del fabbisogno in 71 paesi. Sono ancora 73 le nazioni in cui, invece, almeno la metà delle unità di sangue utilizzate provengono da familiari o donatori retribuiti.
CONTROLLI - Un problema cruciale è quello degli standard di sicurezza. L’Oms segnala che un quarto delle donazioni nei paesi a basso reddito non sono sottoposte a controlli adeguati (i test raccomandati come indispensabili sono quelli per Hiv, epatite B, epatite C, sifilide).