Sono d’acqua dolce e provengono da regioni asiatiche e servono a pulire delle pellicine morte i nostri piedi. Una moda con qualche rischio
Sono d’acqua dolce e provengono da regioni asiatiche e servono a pulire delle pellicine morte i nostri piedi. Una moda con qualche rischio
E' diventato trendy, anche in Italia, farsi il pedicure con i pesci, e si stanno moltiplicando i centri che offrono il trattamento: s’immergono i piedi in una vaschetta d’acqua, e subito un plotone di pesciolini arriva a liberare le nostre estremità dalle pelli morte. Sono piccoli pesci d’acqua dolce, privi di denti. Il pedicure lo effettuano applicando le loro boccucce ai nostri piedi come piccole ventose, e «succhiando», letteralmente, le pellicine.
ORIGINARI DELL’ASIA. I pesciolini, ciprinidi della famiglia Garra Rufa, si trovano nei fiumi e nei laghi della Turchia e di località asiatiche, di cui ripuliscono le rive dalle alghe nere e di detriti di origine animale. Fin dall’antichità sono stati impiegati in Asia per liberare dalle pelli morte i malati di psoriasi. Ora sono usatissimi anche per il pedicure ed eventualmente la manicure. I gestori dei centri europei ci tengono ad affermare che non sono stati strappati al loro ambiente naturale, ma sono stati riprodotti in cattività.
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BENEFICI E RISCHI. Chi ha provato a fare il pedicure coi pesci racconta che fa un po’ impressione e molto solletico, ma che il risultato è ottimale: piedi morbidi e lisci. Ma sull’altro versante, occorre chiedersi se ci sono dei rischi, tanto più che non c’è nessuna regolamentazione sanitaria specifica. In Francia, l’Agenzia per la sicurezza sanitaria ha intenzione di arrivare a un regolamento, e nel frattempo sconsiglia il pedicure ittico ai diabetici, agli immunodepressi o a chi presenta lesioni ai piedi. Potrebbero esserci rischi d’infezione, tanto più che l’acqua della vaschetta non può essere trattata con disinfettanti, perché farebbero morire i pesci. Poi, per quanto i gestori sostengano che la pulizia della vaschetta è garantita, e l’acqua è purissima e sempre ricambiata, non si può escludere che i Garra Rufa non rimangano infettati da persone che hanno una micosi delle unghie o dei piedi, e che quindi possano passare l’infezione ai clienti successivi.
Antonella Cremonese