Informare sul diritto a non soffrire: fra settembre e novembre 10 convegni in altrettante città. Promuove l'associazione DonnEuropee Federcasalinghe
Informare sul diritto a non soffrire: fra settembre e novembre 10 convegni in altrettante città. Promuove l'associazione DonnEuropee Federcasalinghe
Dei 15 milioni gli italiani che soffrono di dolore cronico, gran parte sono donne. Ma combatterlo efficacemente si può e si deve.
Numerosi studi scientifici dimostrano che le donne hanno un rischio molto maggiore rispetto agli uomini di soffrire di condizioni cliniche in grado di causare dolore, sia per una più alta incidenza di queste patologie, sia per l’aumentata sensibilità femminile allo stimolo doloroso. Lo conferma anche un’indagine condotta a livello nazionale dalla stessa DonnEuropee Federcasalinghe, in base alla quale 6 casalinghe su 10 (65%) soffrirebbero di dolore cronico, causato in particolare (nel 74,4% dei casi) da patologie non oncologiche (artrosi, osteoporosi, artrite reumatoide), con pesanti ripercussioni sulla qualità di vita, limitando le attività quotidiane e i rapporti sociali.
Per diffondere un’adeguata informazione su questa rilevante problematica sociosanitaria, partirà tra settembre e ottobre 2012 un ciclo di 10 convegni aperti al pubblico, dal titolo Donne e dolore cronico: il diritto a non soffrire.
L’iniziativa è promossa su tutto il territorio nazionale da DonnEuropee Federcasalinghe, principale associazione che rappresenta in Italia chi svolge a tempo pieno o part-time il lavoro familiare.
Questo il calendario: Rieti (27/09), Cosenza (08/10), Milano (09/10), Siracusa (11/10), Ascoli Piceno (12/10), Palermo (20/10), Lecce (31/10), Avellino (08/11), Como (10/11) e Bologna (Novembre, data da definire). Ogni incontro sarà presieduto da un clinico di una struttura ospedaliera locale, a disposizione per rispondere alle domande del pubblico e fornire informazioni utili su che cosa sia il dolore cronico, come si cura, a quali centri d’eccellenza, presenti sul territorio, è possibile rivolgersi per ricevere un’adeguata assistenza specialistica, secondo quanto previsto dalla Legge 38/2010.