Ecco chi è ad alto rischio di sviluppare la forma più diffusa di diabete, il diabete di tipo 2
Ecco chi è ad alto rischio di sviluppare la forma più diffusa di diabete, il diabete mellito di tipo 2
(tratto da Standard italiani per la cura del diabete mellito, Associazione Medici Diabetologici – Società Italiana di Diabetologia)
- chi ha un’alterata glicemia a digiuno o Impaired Fasting Glucose, IFG
- chi ha una ridotta tolleranza ai carboidrati o Impaired Glucose Tolerance, IGT
- chi ha emoglobina glicata (HbA1c) pari a 6,00?6,49% (solo con dosaggio allineato con il metodo DCCT/UKPDS)
- chi ha avuto diabete gestazionale
- chi ha più di 45 anni, specialmente se con indice di massa corporea (BMI) pari o superiore a 25 kg/m2
- chi ha meno di 45 anni e una o più tra le seguenti condizioni:
• inattività fisica
• familiarità di primo grado per diabete di tipo 2 (genitori, fratelli)
• appartenenza a gruppo etnico ad alto rischio
• ipertensione arteriosa (uguale o maggiore di 140/90 mmHg) o terapia antipertensiva in atto
• bassi livelli di colesterolo HDL (uguale o minore di 35 mg/dl) e/o elevati valori di trigliceridi (uguale o maggiore di 250 mg/dl)
• nella donna, parto di un neonato di peso superiore a 4 kg
• basso peso alla nascita (meno di 2,5 kg)
• sindrome dell’ovaio policistico o altre condizioni di insulino-resistenza come l’acanthosis nigricans
• evidenza clinica di malattie cardiovascolari
- ragazzi oltre i 10 anni, con BMI superiore all’85° percentile e due tra le seguenti condizioni:
• familiarità di primo o secondo grado per diabete di tipo 2
• madre con diabete gestazionale
• segni di insulino-resistenza o condizioni associate (ipertensione, dislipidemia, acanthosis
nigricans, ovaio policistico, basso peso alla nascita)
• appartenenza a gruppo etnico ad alto rischio