Gli ultimi dati mostrano una crescita delle infezioni alimentari in Europa: preoccupa la listeriosi, anche se le più diffuse sono altre. Le quattro raccomandazioni utili
Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha registrato un aumento significativo delle malattie zoonotiche legate agli alimenti, con la listeriosi che ha raggiunto i livelli più alti dal 2007. È quanto emerge dal Rapporto annuale sulle zoonosi diffuso a dicembre dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC). Questo incremento solleva serie preoccupazioni per la salute pubblica, sottolineando l’importanza di una maggiore consapevolezza e di misure preventive efficaci.
LE INFEZIONI ALIMENTARI IN AUMENTO NELL’UE
Le zoonosi (o malattie zoonotiche) sono infezioni trasmesse dagli animali all’uomo, spesso attraverso il consumo di alimenti contaminati. Tra le zoonosi alimentari più comuni nell’UE si segnalano campilobatteriosi, salmonellosi e listeriosi, tutte in aumento negli ultimi anni. Questo trend è attribuibile a fattori come i cambiamenti nelle abitudini alimentari, la globalizzazione e i mutamenti climatici. «Nonostante i progressi ottenuti nei Paesi industrializzati, i cambiamenti climatici, gli allevamenti intensivi e una minore attenzione alle misure di prevenzione rappresentano i principali pericoli che alimentano l’aumento delle infezioni zoonotiche trasmesse per via alimentare» spiega il professor Carlo Torti, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive presso il Policlinico “A. Gemelli” di Roma.
DATI SULLE ZOONOSI NELL’UE
Secondo il rapporto EFSA-ECDC, campilobatteriosi e salmonellosi restano le malattie zoonotiche più frequentemente segnalate nell’UE. Nel 2023 sono stati registrati 148.181 casi di campilobatteriosi, in aumento rispetto ai 139.225 casi del 2022. Seguono le salmonellosi, con 77.486 casi nel 2023, rispetto ai 65.478 dell’anno precedente. Nonostante gli sforzi per ridurre la salmonella nel pollame, solo 15 Stati membri e il Regno Unito (Irlanda del Nord) hanno raggiunto gli obiettivi fissati, un calo rispetto ai 19 Stati del 2022. Questo dato evidenzia la necessità di rafforzare ulteriormente le strategie di controllo.
LA LISTERIOSI: UN CASO PREOCCUPANTE
La listeriosi, causata dal batterio Listeria monocytogenes, è una malattia grave che colpisce principalmente anziani, persone immunocompromesse e donne in gravidanza. I sintomi includono febbre, dolori muscolari e, nei casi più gravi, meningite o sepsi. Secondo l’EFSA, nel 2015 si sono verificati circa 2.200 casi di listeriosi nell’UE, con 270 decessi, il numero più alto mai registrato. Nel periodo 2019-2023, i casi sono saliti a 2.952, con un picco di focolai nel 2021. «L’incremento dei casi di infezione da Listeria monocytogenes rappresenta concretamente il rischio legato alla sicurezza alimentare, ma non è l’unico» osserva il professor Torti. A livello globale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), gli alimenti non sicuri causano ogni anno 600 milioni di casi di malattie e 420.000 decessi, il 30% dei quali riguarda bambini sotto i 5 anni. L’OMS stima inoltre che il consumo di alimenti non sicuri causi la perdita di 33 milioni di anni di vita sana annualmente, un dato probabilmente sottostimato.
PERCHÉ AUMENTANO I CASI DI LISTERIOSI?
Tra i principali fattori che spiegano l’aumento dei casi di listeriosi:
- Invecchiamento della popolazione: la percentuale di casi tra individui oltre i 64 anni è passata dal 56% nel 2008 al 64% nel 2015, a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita.
- Cambiamenti nelle abitudini alimentari: il crescente consumo di alimenti pronti come formaggi molli, pesce affumicato e carni lavorate espone maggiormente a Listeria monocytogenes.
- Miglioramento della sorveglianza: tecniche avanzate, come il sequenziamento del genoma, permettono una migliore individuazione dei focolai, incrementando i casi rilevati.
MISURE PREVENTIVE E RACCOMANDAZIONI
Come contrastare l’aumento della listeriosi e di altre malattie zoonotiche legate all’alimentazione? Ciò che occorre, secondo gli esperti, è un approccio integrato, basato su:
- Corretta conservazione degli alimenti, mantenendo temperature sotto i 5°C per limitare la crescita di Listeria monocytogenes.
- Rispetto delle date di scadenza per ridurre il rischio di contaminazione.
- Buone pratiche igieniche, come lavare accuratamente frutta e verdura, cuocere adeguatamente carne e pesce ed evitare contaminazioni incrociate.
- Educazione della popolazione, in particolare nei gruppi vulnerabili, per promuovere consapevolezza sui rischi e sulle pratiche alimentari sicure.
UN APPROCCIO “ONE HEALTH” PER IL FUTURO
«Tutte queste considerazioni – continua il professor Torti – impongono una sorveglianza attenta e un rafforzamento delle misure di controllo attraverso azioni rapide, efficienti ed efficaci secondo un approccio One Health. Questo approccio integra la salute umana, animale e ambientale (acque, suolo, clima) per prevenire malattie e garantire sicurezza alimentare». Carlo Torti conclude: «È fondamentale coinvolgere tutti gli attori, dai medici ai veterinari, dagli agricoltori agli operatori della ristorazione, fino alle istituzioni. Solo così potremo ottenere un controllo più efficace di queste malattie infettive in un mondo sempre più globalizzato, prevenendo morti e sofferenze, soprattutto tra le persone più fragili».