E’ la raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. I livelli di caffeina, uniti ai quantitativi ‘nascosti’ in altri alimenti e bevande, sono causa di un decremento di peso del neonato alla nascita con ripercussioni sulla sua salute futura
E’ la raccomandazione dell’OMS. I livelli di caffeina, uniti ai quantitativi ‘nascosti’ in altri alimenti e bevande, sono causa di un decremento di peso del neonato alla nascita
Due caffè al giorno in dolce attesa e niente più. Oltre questi quantitativi di caffeina, infatti, aumenterebbero le probabilità di nascituri sottopeso e con complicanze a breve e lungo termine. Ad attestarlo è uno studio, pubblicato su BMC Medicine, condotto dal Norwegian Institut for Public Health su un campione di 60 mamme con diverse abitudini alimentari e stili di vita.
LO STUDIO – Mamma e bimbo sono legati da un cordone ombelicale, anche per quanto concerne il cibo: farsi tentare durante la gravidanza da sostanze nocive – come ad esempio il consumo di caffè e caffeina in quantità eccessive - solo per la gola (poiché i principi nutritivi sono nulli), può compromettere lo sviluppo del piccolo. «Insieme ai nutrienti e all’ossigeno – spiega il professor Fabio Facchinetti del Dipartimento di Scienze Medico Chirurgiche Materno Infantili e dell’Adulto dell’Università di Modena e Reggio Emilia – la caffeina oltrepassa la barriera della placenta e arriva al feto, il quale non ha però ancora gli enzimi necessari per inattivarla in maniera efficace». E gli effetti, per il piccolo, sono importanti. Gli scienziati norvegesi hanno infatti osservato su un campione di 60 mamme, abituali consumatrici di caffè, tè, bibite gassate a base di caffeina, dolci al cacao o dessert alla cioccolata, un aumentato rischio di bimbi sottopeso per l’età gestazionale. «Il peso normale di un bambino alla nascita – dichiara il professore – si aggira intorno ai 3,6 kg, ma è stato dimostrato che subisce una riduzione di 21-28 grammi per ogni 100 grammi di caffeina assunta». A conferma di quanto sia dannosa per il piccolo è il fatto che, anche associata al fumo di sigaretta (ulteriore fattore di rischio in gravidanza), gli ‘effetti negativi’ non subiscono variazioni o aumenti significativi. «Questi dati - aggiunge Facchinetti - possono forse spiegare anche il fatto che l’abuso di caffeina si associa ad un incremento di rischio di morte endouterina».
LA QUANTITA’ – Meglio abbandonare per i nove mesi di gestazione la tazzina a fine pasto, ma se proprio all’aroma di caffè non si può rinunciare, l’Organizzazione Mondiale della Sanità stabilisce il valore massimo di caffeina a 300 mg al giorno, corrispondenti a poco più di una tazzina di caffé o sei tazze di tè o a meno di una tazza per il caffè americano. Valore, comunque, sempre estimativo poiché dovrà tenere conto anche delle altre fonti meno comuni di caffeina, quali le bevande a base di cola e alcuni farmaci da banco (soprattutto analgesici) dove la sostanza viene aggiunta per aumentare l'effetto antidolorifico.