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Alimentazione
Redazione
pubblicato il 12-09-2011

L'alimentazione nell'infanzia



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Dal latte materno alle prime pappe, dallo svezzamento ai cibi solidi: come far crescere sani i nostri bimbi

L'alimentazione nell'infanzia

In questa fase della vita, due sono i problemi da affrontare nella scelta della dieta corretta e razionale.

Il primo è l'allattamento al seno nei confronti di quello artificiale; il secondo è quando incominciare lo svezzamento, o meglio, quando è l'epoca giusta per introdurre i cibi solidi nella razione giornaliera.

ALLATTAMENTO AL SENO - Riguardo al primo punto vi è da rilevare un deciso ritorno all'allattamento al seno, dai più considerato favorevolmente, dopo alcuni anni in cui la "guerra" tra latte materno e latte "artificiale" (quello in polvere o quello vaccino) sembrava doversi evolvere definitivamente a favore del latte artificiale.

Prima di tutto, la migliore qualità nutrizionale del latte materno, che contiene maggiori quantità di lattalbumina, una proteina che è presente anche nel latte vaccino, ma in quantità minore rispetto a quello umano. La lattalbumina è più adatta alle esigenze nutrizionali del lattante di quanto lo sia la cascina, la proteina tipica del latte vaccino. Il latte materno contiene inoltre dei fattori protettivi immunologici assai importanti per la tutela della salute del bambino nei primi mesi di vita.

Il latte materno, inoltre, è dosato fisiologicamente, mentre con l'allattamento artificiale può essere difficoltosa l'esatta somministrazione delle giuste quantità di latte. L'allattamento al seno è importante anche sotto l'aspetto psicologico, perché favorisce l'instaurarsi di uno stretto rapporto affettivo tra madre e figlio.

OBESITA’ INFANTILE - Infine, si è riscontrato che è difficile incontrare casi d'obesità infantili tra i bambini allattati al seno. Il periodo critico per l'instaurarsi dell'obesità infantile è rappresentato dagli ultimi tre mesi di gravidanza e dai primi nove mesi di vita.

Nei primi anni di vita gli errori, anche inconsapevoli, che conducono ad un'ipernutrizione si ripercuotono sul numero di cellule del tessuto adiposo, che pertanto si ritroveranno in massimo numero anche nell'organismo diventato adulto. Ciò è dimostrato statisticamente. Il 70-80% dei casi d'obesità infantile persiste anche in età adulta; il 50% di adulti obesi, lo erano da piccoli. Il motivo sta nel fatto che nei primissimi anni di vita l’aumento del tessuto adiposo comporta anche un aumento del numero di cellule adipose; così un individuo con un maggior numero di cellule adipose tenderà ad ingrassare più facilmente anche nelle età successive.

Sull'instaurarsi dell'obesità infantile può avere un certo peso anche uno svezzamento precoce, come è stata la tendenza negli ultimi dieci anni. In realtà, la tendenza non era solo quella di una precoce introduzione di cibi solidi nella dieta, ma anche quella di fornire precocemente cibi solidi di elevato contenuto calorico. Se si pensa agli anelli della catena: allattamento artificiale - tendenza al super dosaggio - introduzione precoce d'alimenti solidi d'elevato contenuto calorico, si può facilmente comprendere il meccanismo che può favorire il sovrappeso nel corso del primo anno di vita. Attualmente la tendenza è di iniziare lo svezzamento non prima del quarto mese ed essere subito orientati su alimenti proteici o protettivi (carne, pesce, uova, verdura, frutta), con la minima presenza necessaria di lipidi e glucidi.


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