Dieta per cuore, fegato e pancreas: i trigliceridi, insieme al colesterolo, aumentano i rischi. Attenzione a zuccheri, grassi saturi e alcolici
Una ricerca ha dimostrato che il rischio di ictus aumenta nella donna fino a quattro volte in più se i trigliceridi superano gli 89 mg/dl e i 443 mg/dl; mentre negli uomini, con gli stessi valori, il rischio può arrivare a raddoppiarsi.
La correzione della dieta, cui l’aumento di trigliceridi è spesso correlato, e l’assunzione di uno stile di vita sano possono contribuire a contenere i trigliceridi entro livelli adeguati.
I trigliceridi alti, oltre al colesterolo, sarebbero dunque un nuovo indicatore di rischio per ictus e malattie cardiovascolari. A rivelarlo è lo studio condotto dai ricercatori del Copenhagen University Hospital, su un campione di oltre 7.500 donne e 6.300 uomini seguiti per un periodo di 33 anni, e pubblicato sulla rivista scientifica Annals of Neurology.
CAUSE
Trascurare (o sottostimare) l’importanza dei trigliceridi - mettono in guardia gli esperti - è una inavvertenza che può costare cara: rappresentano infatti un fattore di rischio per malattie del cuore, del fegato e del pancreas. I trigliceridi sono un grasso del sangue prodotto solo in parte dal nostro organismo.
Prevalentemente è legato all’alimentazione, all’introduzione di un quantitativo eccessivo di zuccheri semplici e all’assunzione di alcool: tutti nutrienti che vengono convertiti in trigliceridi. Fondamentale è dunque fare attenzione al tipo di grassi che apportiamo con la dieta: quelli saturi infatti ne aumentano i livelli, mentre quelli mono o polinsaturi svolgono una azione opposta di contenimento.
L’ipertrigliceridemia, però, è anche associata ad un aumento della pressione arteriosa, di glicemia a digiuno, a steatosi epatica (fegato grasso) e ad un innalzamento dei valori del colesterolo Ldl (quello cattivo). Fattori, che combinati insieme, aumentano il rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari, più probabili in caso di accumulo adiposo a livello addominale (girovita abbondante).
INDICAZIONI DIETETICHE
Ridurre i trigliceridi, assicurano gli esperti, è possibile adottando alcuni comportamenti alimentari corretti e sani, specie in caso di sovrappeso e/o obesità.
Ogni dieta va studiata insieme al nutrizionista o allo specialista, ma in linea generale deve tendere, quando vi sono dei chili di troppo, a fornire all’organismo il minor apporto possibile di calorie, ma sempre in maniera equilibrata e relazionata alle esigenze nutrizionali della persona e al tipo di attività o esercizio fisico svolto.
Anche se il peso è nella norma può essere opportuno misurare e controllare il girovita, mettendo in atto misure dietetiche o attività motorie che favoriscano la diminuzione del grasso addominale e il mantenimento del peso forma.
In ogni caso, e per tutti, è importante ridurre gli zuccheri, i dolci, le bevande zuccherate e gli alcolici (questi ultimi meglio ancora se eliminati).
CIBI DA LIMITARE
E’ bene contenere il consumo di frutta a 2 frutti al giorno, riducendo soprattutto i quantitativi di banane, fichi, cachi, uva, mandarini, frutta secca ed essiccata.
CIBI CONSIGLIATI
Aumentare l’apporto di verdura ad almeno 3 porzioni al giorno, in quanto ricca di fibra alimentare ed antiossidante. Fare attenzione alle patate (che non sono una verdura) ed il cui consumo, meglio se con la buccia e fatte raffreddare, sostituisce pane e pasta.
Inserire nella dieta il pesce almeno tre volte a settimana (se necessario, e sotto consiglio medico, è possibile ricorrere a pillole contenenti grasso di pesce con effetto ipotrigliceridemizzante).
Preferire alimenti con maggiore quantità di grassi mono o polinsaturi rispetto a quelli saturi. Tra gli alimenti sono da previlegiare: pane, pasta e riso integrali, orzo, farro e fiocchi di cereali integrali non zuccherati; latte e yogurt parzialmente scremati; carne sia bianca che rossa che provenga da tagli magri o privata del grasso visibile e pollame senza pelle; affettati (prosciutto cotto, crudo, speck, bresaola, arrosti freddo di tacchino) purché sgrassati e non più di 1-2 volte a settimana; formaggi freschi e stagionati in porzioni contenute e che non superino le 2-3 volte a settimana; olio di oliva ed oli vegetali insaturi (mais, girasole, arachide) limitati a 2-4 cucchiai al giorno; acqua, tè e tisane senza zucchero.
Attività fisica e dieta: la combinazione che salva il cuore
CIBI SCONSIGLIATI
Sono da limitare o eliminare: alcolici (birra, vino, liquori, grappe, cocktail) da sostituire con acqua, succo di pomodoro o verdure, bibite gassate ‘light’; bibite gassate dolcificate e limonate; succhi di frutta (anche quelli senza zucchero aggiunto); dolci, torte, bomboloni, pasticcini, gelati, sorbetti, gelatine di frutta; cornflakes zuccherati; caramelle, cioccolato, zucchero, miele e marmellate; frattaglie, insaccati, parti grassi delle carni, hamburger e fast-food in genere; latte intero o condensato, yogurt intero e formaggi oltre le frequenze consigliate; grassi animali (burro, lardo, strutto, maionese, panna); prodotti da forno contenenti la dizione ‘grassi vegetali’ (che se non diversamente specificato sono di vegetali saturi, quali palma e cocco).
STILE DI VITA
Una attenzione va riservata anche allo stile di vita con l’abolizione del fumo, una attività fisica più regolare.
Consulenza: Prof. Francesco Sofi, Ricercatore Universitario in Scienze dell’Alimentazione, Università di Firenze