Lo scienziato svizzero Ingo Potrykus, grazie alle biotecnologie, ha creato una varietà di riso che può contrastare gravissimi deficit nutrizionali in 156 paesi
Dal 18 al 20 settembre, a Venezia, si tiene la decima edizione della Conferenza Mondiale The Future of Science, organizzata da Fondazione Umberto Veronesi, Fondazione Silvio Tronchetti Provera e Fondazione Giorgio Cini.
Il tema di quest'anno è "The eradication of hunger - Eradicare la fame"
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Il riso è giallo. Ma non è "alla milanese", niente a che fare con lo zafferano. Nasce giallo proprio sulla pianta e, in effetti, è stato chiamato "golden rice", riso dorato. A dargli il colore dell'oro è l'aggiunta della provitamina A, che poi il nostro organismo trasforma in vitamina A, un elemento nutritivo fondamentale che è carente in gran parte del mondo. Solo in Europa e Stati Uniti il fabbisogno di vitamina A della popolazione è soddisfatto.
Ma non averla, o non averne a sufficienza - cosa che accade in 156 paesi - che cosa comporta? Ingo Potrykus, il "padre" del riso dorato, professore emerito di Scienze delle piante all'Istituto svizzero federale di Tecnologia, sollecita l'attenzione della sala, gremitissima, con queste dure "diagnosi: morte, cecità, inibita crescita dello scheletro, ridotto sviluppo cerebrale. E annichilisce l'uditorio dando le cifre di questa sciagura da malnutrizione: colpisce 200 milioni di bambini e 20 milioni di donne in gravidanza.
Ed ecco l'obiettivo che il professor Potrykus si è dato, con altri, alcuni decenni fa: arricchire di provitamina A un cibo molto diffuso e a basso prezzo che le popolazioni meno fortunate consumano abitualmente. Logica la scelta del riso, specie avendo presente il Sud-Est asiatico.
SOLO TRANSGENICO
Si trattava di "biofortificare" un alimento naturale, procedimento in uso per esempio col sale da cucina "fortificato" con iodio, ma nel caso del riso il processo si è rivelato più complicato. è stato possibile arrivarci, ha spiegato lo scienziato svizzero, solo per via transgenica. Soltanto con l'ingegneria genetica, attraverso l'introduzione di un gene del mais e un batterio, la pianta originaria ha dato chicchi gialli e ricchi di provitamina A. E così è entrata nella schiera degli Ogm, organismi geneticamente modificati, che molti avversari.
Se il metodo del "golden rice" è stato già messo a punto già nel 1999, solo in questo settembre i suoi semi hanno ottenuto il permesso di essere piantati in India. Altrove no, proprio per l'opposizione delle potenti "lobby", come lo studioso le ha chiamate, guidate fra gli altri da Greenpeace e dalla leader ambientalista indiana Vandana Shiva. Le quali si oppongono sia per motivi di tutela della salute (cosa possono produrre, nel tempo, queste manipolazioni genetiche nel nostro organismo?) sia perché gli ogm hanno di solito dei proprietari. E i contadini dovrebbero ogni anno ricomprare i semi dai monopolisti che se li sono intestati.
DORATO E GRATUITO
«Ma questo non è il caso del "riso dorato"», ha detto con passione Ingo Potrykus, «il suo impiego è assolutamente gratuito, gli agricoltori dei paesi con carenza da vitamina A potrebbero disporre gratuitamente dei semi per sé e per i loro figli e per i loro nipoti?. Anzi: il "golden rice" potrà essere usato unicamente a scopo umanitario. Ci sarà infatti una sola proibizione: vietato esportarlo. Non deve arrivare nei piatti delle classi medie delle zone ben nutrite del pianeta».
E pensare - aggiunge - che appena 40 grammi di questo riso al giorno, una ciotoletta come mostra la diapositiva, basterebbero a riattivare il sistema immunitario di una persona.
La carenza di micronutrienti importanti, Potrykus la chiama "la fame nascosta". Crea malattie e morti ben più di malaria, tubercolosi, Hiv, eppure di questi problemi si parla e si cerca di provvedere, della malnutrizione "tossica" no.
La relazione finisce con immagini di attivisti di Greenpeace che distruggono una coltivazione sperimentale nelle Filippine. «Temono», conclude, «che se "approvano" un ogm come questo, di aiuto a popolazioni tanto vaste e gratuito, poi debbano accettare anche tutti gli altri».
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Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.