Una dieta perlopiù vegetariana e con poca carne è associata a meno diagnosi di tumore. Ma non tutti i cibi vegetali sono uguali
Seguire una dieta prevalentemente vegetariana può avere effetti protettivi contro il rischio di tumori. A suggerirlo sono i risultati di una ricerca effettuata nell’ambito del Progetto UMBERTO condotto dalla Piattaforma Congiunta di Fondazione Umberto Veronesi e I.R.C.C.S. Neuromed. Lo studio, che ha analizzato i dati di 22.081 partecipanti al Progetto Moli-sani, ha anche evidenziato importanti differenze legate al tipo di vegetali che si portano in tavola.
DIETA MEDITERRANEA & CO.
Come spiegato nella pubblicazione del lavoro sulla rivista scientifica Nutrients, il cancro è una delle principali cause di morte prematura in Europa, e si stima che una percentuale significativa di casi potrebbe essere prevenuta attraverso l'adozione di stili di vita sani, inclusa una corretta alimentazione. La dieta mediterranea tradizionale ha già dimostrato vantaggi nella prevenzione di molti tipi di tumore, ma questa nuova ricerca si è concentrata sugli effetti di modelli alimentari semi-vegetariani.
LE DIETE SEMI-VEGETARIANE
A differenza di una dieta interamente vegetariana, i modelli alimentari semi-vegetariani, conosciuti anche come flexitariani, prediligono ampiamente gli alimenti di origine vegetale, ma ammettono il consumo di carne, pesce e derivati animali, in quantità molto limitate. Sono guardate con attenzione dalla comunità scientifica internazionale perché idealmente più praticabili dalla popolazione generale, rispetto a regimi tradizionalmente più restrittivi, come appunto quelli vegetariani o vegani. Sotto la lente dei ricercatori italiani sono finite le abitudini alimentari di oltre 22.000 persone che a partire dal 2005 sono state seguite per oltre 12 anni.
IL VANTAGGIO DEI VEGETALI
Che cosa ha rilevato la ricerca? Lo ha spiegato Claudia Martínez, epidemiologa dell’IRCCS Neuromed e primo autore dello studio. «Abbiamo osservato che le persone che aderivano maggiormente a un modello alimentare semi-vegetariano, costituito mediamente per l’80 percento da alimenti di origine vegetale, avevano un rischio di tumori inferiore del 15% rispetto ai partecipanti con una dieta composta al 60% da alimenti vegetali. La riduzione del rischio era inoltre più evidente per alcuni tipi di tumore, soprattutto quelli a carico del tratto digerente».
NON TUTTI CIBI VEG SONO SALUTARI
I ricercatori hanno però cercato di differenziare ulteriormente gli stili alimentari dei partecipanti. Non solo sono andati a verificare la prevalenza di alimenti vegetali sulla quantità di cibo consumato quotidianamente. Hanno anche distinto, a parità di quantità di frutta e verdura, in base alla tipologia di alimento, delineando una dieta semi-vegetariana basata su alimenti vegetali più salutari (frutta e verdura, legumi, cereali integrali, frutta secca e a guscio, olio d’oliva, tè e caffè) ed una su alimenti vegetali meno salutari (cereali raffinati, patate, succhi di frutta, bevande zuccherate, dolci e dessert). «I cibi vegetali non sono tutti uguali. C’è un’importante distinzione da fare ad esempio tra frutta e verdura fresche, e alimenti vegetali meno salutari, come succhi di frutta più o meno zuccherati e cereali raffinati» ha precisato Marialaura Bonaccio, responsabile della Piattaforma congiunta. Nell’indagine infatti si è visto che il consumo eccessivo di alimenti vegetali altamente trasformati non è associato ad un effetto protettivo sulla salute e in alcuni casi è anzi risultato associato a un rischio più elevato di alcune forme di tumore, come quelli dell’apparato respiratorio.
PRIVILEGIARE ALIMENTI FRESCHI O POCO TRASFORMATI
«Questa ricerca – ha commentato Licia Iacoviello, Direttore del Dipartimento e professore ordinario di Igiene all’Università dell’Insubria di Varese e Como - rappresenta un punto di partenza importante per avvicinare la prevenzione alla vita di tutti i giorni. A volte, magari i cittadini possono vedere le raccomandazioni su alimentazione e stili di vita come ‘punitive’. Invece il nostro studio dimostra che non ci sono alimenti ‘proibiti’, ma può bastare un semplice aggiustamento delle proprie abitudini. Non dimentichiamo, in questo contesto, l’attenzione verso gli alimenti freschi, non sottoposti a processi di trasformazione».