Gli uomini primitivi non consumavano cereali e legumi, oggi considerati importantissimi per prevenire le malattie oncologiche. Perché allora l’incidenza di tumori era minore?
Come facevano a sopravvivere gli uomini primitivi, evitando le patologie oncologiche, nutrendosi solo di carne, pesce e frutta, senza mangiare cereali e legumi, consigliatissimi nella dieta odierna per prevenire i tumori? Merito della dieta paleo?
Filippo (domanda pervenuta tramite social)
Risponde Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e supervisore scientifico di Fondazione Umberto Veronesi.
L’uomo primitivo mangiava quello che riusciva a trovare e che sapeva non essere velenoso. La sua sopravvivenza era minata dalla fame, oltre che dalle infezioni, dall’ostilità del clima, da predatori e parassiti. Nel Paleolitico l’aspettativa di vita alla nascita era circa di 18 anni, se si superavano i 15 anni tale aspettativa poteva arrivare fino a circa 30 anni.
Le cose sono migliorate con la capacità di costruire utensili in pietra, che hanno permesso non solo di cacciare meglio, ma anche di iniziare a macinare semi per ottenere farine, aumentando cosi la gamma e la varietà di alimenti disponibili e diminuendo il rischio di malnutrizione.
È bene anche considerare che tracce di cancro alle ossa sono state ritrovate in Australopitechi, antenati dell'uomo, ben 2 milioni di anni fa, a indicare che questa malattie, che noi consideriamo moderne, hanno sempre colpito le specie viventi. Sicuramente l'incidenza di tumori e altre malattie era minore, per il semplice fatto che l'aspettativa di vita era molto più bassa e non facevano in tempo a svilupparsi.
La dieta “paleo” è sicuramente affascinante, ma le ipotesi su cui si basa sono discutibili e non dimostrate, mentre molti sono gli studi che hanno attribuito significativamente la correlazione di un appropriato consumo di cereali, specie integrali e legumi ad un buono stato di salute.
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