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Alimentazione
Daniele Banfi
pubblicato il 02-08-2011

Falsi allarmismi: l'additivo delle merendine non è tossico



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L'E330, contenuta in molti prodotti sarebbe altamente pericolosa. La nostra indagine smaschera questa menzogna scientifica, riguardante soprattutto le merendine

Falsi allarmismi: l'additivo delle merendine non è tossico

Durante tutto il mese di maggio sono pervenute in redazione diverse richieste di chiarimento riguardanti un presunto comunicato emesso dal Centro Tumori di Aviano.

Il contenuto, dai toni allarmistici, invita a boicottare diversi prodotti alimentari che conterrebbero sostanze altamente tossiche. Non solo, visto il mezzo utilizzato per darne comunicazione (mail), gli autori invitano a far circolare il più possibile la notizia.

Cosa c'è di vero? Nulla. Ecco perchè:

 

ORIGINI FRANCESI

La bufala della tossicità degli additivi nasce più di trent'anni fa in Francia. Attraverso un'opera di incessante volantinaggio si diffuse in poco tempo in tutta Europa. Firmatari della comunicazione erano i medici oncologi dell'inesistente ospedale francese di Villarjuif (esiste a Parigi il Villejuif, un centro ospedaliero di grande prestigio scientifico).

Tra gli additivi segnalati come altamente pericolosi vennero inseriti la clorofilla, componente contenuto in tutte le verdure, e il carbone vegetale. Non solo, tra le sigle presenti nella “black list” compariva anche l'E125, additivo inesistente.

 

CONTINUA EVOLUZIONE

Alla versione francese ne corrisponde una italiana, in continua evoluzione, firmata da qualcuno che si spaccia per il responsabile del Centro Tumori di Aviano. Nell'ultima versione, quella pervenuta anche in redazione, oltre ad una serie di prodotti da boicottare viene suggerito caldamente di non assumere nessun alimento contenente l'additivo E330, ovvero, sempre secondo gli autori della bufala, il glutammato monosodico.

 

ERRORI BANALI

Ad un'attenta analisi risulta chiaro ed evidente che il comunicato è un falso colossale. L'additivo E330, quello che gli autori indicano con il nome di glutammato monosodico, è in realtà l'acido citrico. Contenuto in molti frutti, limoni e arance soprattutto, è anche uno dei metaboliti che le nostre cellule producono nel metabolismo aerobico.

In realtà si potrebbe contestare che, nella foga di comunicare gli eccezionali risultati, gli autori volessero scrivere E621, ovvero il glutammato monosodico. Anche qui però si sbaglierebbero. Questa sostanza è tra le più studiate del panorama alimentare.

Utilizzato in industria come aromatizzante (dadi) e, in alcune culture, come vero e proprio condimento da tavola, centinaia di ricerche e numerose valutazioni di carattere scientifico sono giunte alla conclusione che il glutammato monosodico può essere utilizzato per esaltare il gusto degli alimenti senza nessun rischio per la salute.

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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