Il dato mondiale aggiornato al maggio 2022. Nessun piano per i bambini lasciati soli dalla pandemia, da ripescare il metodo di sostegno usato per l’Aids
È ormai accertato che la pandemia lascia in molti casi strascichi anche gravi di salute e su molti piani diversi, ma in queste “eredità” del virus non si considera, in genere, un lascito umanamente gravissimo: gli orfani. Sono una moltitudine i bambini e i ragazzi cui è morto uno o ambedue i genitori per l’infezione da coronavirus oppure un’altra figura familiare che si occupava di loro, spesso i nonni.
I DATI AGGIORNATI
Un primo calcolo ha tentato su The Lancet l’americana Susan Hillis, impegnata in una pluridecennale carriera di ricercatrice presso i Centri per il controllo delle malattie e la prevenzione del Covid-19, dove ha studiato i bambini rimasti orfani per la crisi sanitaria, raccogliendo i dati di 21 paesi ad aprile 2021: risultava allora che un milione di bambini aveva perso uno o ambedue i genitori e un altro mezzo milione chi si occupava di loro in prima istanza come i nonni “affidatari” o un altro parente. Oggi la cifra risulta moltiplicata per sette.
OLTRE 10 MILIONI DI ORFANI
Sulla rivista Jama Pediatrics è uscito uno studio aggiornato con i calcoli al 1° maggio 2022 e riporta cifre ben più pesanti: analizzando i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, risultano 10,5 milioni di bambini orfani che hanno perso uno o due genitori oppure qualcuno che si prendeva cura di loro. Va osservato che a livello delle Nazioni Unite la parola “orfano” viene impiegata anche per chi ha perso un solo genitore.
COSA SI FECE PER I BAMBINI IN LUTTO PER L’AIDS
I calcoli sono stati fatti tra le date del 1° gennaio 2020 fino, come detto, al 1° maggio 2022. Il maggior numero di bambini in lutto per la perdita di chi si occupava di loro in prima o secondaria istanza si sono registrati in Africa e nel Sud-Est asiatico. I paesi di quest’ultima area più colpiti sono risultati Bangladesh, India, Indonesia, Myanmar e Nepal. Nel continente africano Congo, Etiopia, Kenya, Nigeria e Sudafrica. Nello studio si osserva che si sono investiti miliardi di dollari per trovare un mezzo di prevenzione del Covid-19 e ben poco per i bambini rimasti soli. Si aggiunge, a questo proposito, che c’è stato il precedente di miliardi di dollari spesi a favore degli orfani creati dall’Aids, un sistema che ha avuto successo e che può prestarsi come modello da ripetere (ndr: secondo il report di un programma congiunto delle Nazioni Unite, nei primi tempi la pandemia di Aids ha lasciato orfani 903.000 bambini in tutto il mondo nel 1990). Continua lo studio su Jama Pediatrics: soltanto Perù e Stati Uniti risultano aver messo a punto un piano di sostegno agli orfani della pandemia. Al secondo Vertice Globale sul Covid-19 del 12 maggio 2022, il presidente Usa Joe Biden ha sottolineato l'urgenza di prendersi cura dei milioni di bambini rimasti soli.
CRESCERE SOLI HA RISCHI DEVASTANTI
In futuro occorre bilanciare la corsa a prevenire le morti con i vaccini e al contempo studiare metodi a sostegno di giovanissime vite ferite da lutti così gravi. Sono enormi e di lunghissima durata le conseguenze che possono derivare dal crescere orfani, specie in contesti di deprivazione socioeconomica. Oltretutto i decessi per il virus sono spesso così veloci che le famiglie non hanno neppure il tempo di preparare in qualche modo i bambini a un evento talmente devastante. I rischi futuri includono – si fa notare – disturbi psichiatrici, dipendenza da sostanze, abusi, scarso rendimento scolastico, gravidanze nell’adolescenza, malattie croniche e infezioni. Le misure dovrebbero comprendere:
- 1 la prevenzione dei decessi accelerando le vaccinazioni, il contenimento e le terapie efficaci
- 2 il sostegno alle famiglie per trovare alternative sicure e amorevoli di cura dei bambini
- 3 la protezione degli orfani tramite attraverso supporto economico, prevenzione delle violenze, supporto genitoriale e accesso scolastico.
Non fermare la ricerca. Dona ora per i pazienti più fragili.
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.