Indagine in 21 paesi: ad aprile 2021 un milione e mezzo di bambini aveva perso a causa del Covid-19 un genitore o un nonno che si prendeva cura di loro
Tra i grandi problemi che la pandemia di Covid-19 si è lasciata e si sta lasciando dietro ci sono gli orfani. Una moltitudine. Si incarica uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet di quantificarli: almeno un milione quelli che hanno perso o un genitore o ambedue e un altro mezzo milione che hanno perso chi si occupava di loro in prima istanza come i nonni “affidatari” o, in qualche caso, un parente. Per un totale di orfani “reali” di un milione e mezzo.
DATI PARZIALI
Le cifre sono globali, ma non raccolgono tutti i casi di nuovi orfani in quanto sono state calcolate solo in 21 paesi, tra il 1° marzo 2020 e il 30 aprile 2021. I morti per Covid negli stati considerati costituiscono il 76 per cento del totale delle vittime del virus. Vittime dirette della malattia o indirette, come per esempio chi ha pagato il non aver potuto seguire le proprie cure a causa dei lockdown o delle limitazioni ai servizi sanitari.
I NONNI IN PRIMA FILA DI 60-84 ANNI
Accanto ai genitori nella ricerca figurano i nonni che spesso curano i nipoti: primary caregivers. In quest’accezione sono stati considerati i nonni – conviventi – di età tra 60 e 84 anni. I paesi dove si sono registrati più orfani (anche di un solo genitore o di chi li curava) sono Sudafrica, Perù, Stati Uniti, India, Brasile e Messico. Il picco più grave in Perù dove un bambino su 100 ha perso una delle persone che lo curava. La perdita del padre è risultata più alta di quella della madre da 2 a 5 volte.
IL LUTTO E I DISTURBI PSICHIATRICI
Il dramma di simili lutti in età infantile e giovanile è densa di gravi conseguenze e tante sono le necessità cui anche le autorità devono far fronte, caricandosi di interventi a tutto tondo. Sono le preoccupazioni avanzate da chi ha condotto lo studio. La dottoressa Susan Hillis, che fa parte dei Centri per il controllo delle malattie e di prevenzione del Covid-19 (Usa), aggiunge: «Oltretutto il virus può portare alla morte in tempi brevi, poche settimane, e le famiglie hanno ben poco tempo per cercare di preparare i bambini a un evento così devastante». I ricercatori, provenienti anche dalla Oxford University, Harvard Medical School, Organizzazione mondiale della Sanità, avanzano preoccupazioni sui possibili disturbi psichiatrici e abuso di sostanze che possono incombere su chi ha perso in così giovane età una figura portante del suo sviluppo e della famiglia. E mettono in guardia pure dal rischio di ricovero in istituti per orfani. In totale i morti da imputare alla pandemia sono 4 milioni, in maggior parte uomini (da cui la più diffusa perdita di padri).
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.