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Pediatria
Daniele Banfi
pubblicato il 16-06-2022

Covid-19 e bambini: l'infezione naturale è meno protettiva della vaccinazione



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I bambini rispondono in maniera più efficace all'infezione. Ma la risposta a cellule T, quella che "salva" da malattia grave, è meno duratura rispetto agli adulti. Ecco perché, anche con pregressa infezione, meglio sottoporsi alla vaccinazione

Covid-19 e bambini: l'infezione naturale è meno protettiva della vaccinazione

I bambini, lo abbiamo imparato in questi due anni e mezzo di pandemia, sono meno soggetti a sviluppare forme gravi di Covid-19. Il segreto è nel loro sistema immunitario. C'è un però: a differenza degli adulti generano una risposta a cellule T meno duratura. Questo significa un rischio maggiore di reinfezione sul lungo periodo. Ecco perché pensare che l'infezione per via naturale sia sufficiente a creare uno scudo non è corretto. Ciò che è in grado di generare una risposta migliore è il vaccino. Sottoporsi anche se si è contratta in passato l'infezione migliora ulteriormente le nostre difese. Ad affermarlo è uno studio pubblicato dalla prestigiosa rivista Immunity.

COME FUNZIONA LA RISPOSTA IMMUNITARIA?

Quando il nostro corpo viene in contatto con un agente esterno dannoso come Sars-Cov-2 produce una reazione immunitaria composta da due fasi: quella aspecifica -presente già alla nascita e non dipendente da incontri pregressi- e quella specifica, diretta in maniera precisa contro quel determinato agente esterno. Quest'ultima è essenzialmente mediata da due tipi di cellule: i linfociti B e i linfociti T. I primi sono i responsabili della produzione di anticorpi, i secondi della risposta cellulare al virus, ovvero il riconoscimento e l’eliminazione delle cellule infettate dal virus.

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IL RUOLO DELLE CELLULE T

Nel tempo è apparso subito chiaro che gli anticorpi diminuiscono progressivamente e per questa ragione è possibile reinfettarsi. Le cellule B infatti non riescono a produrre in tempo utile gli anticorpi necessari a fare in modo che il virus venga bloccato fuori dalla cellula. E' per questa ragione che nonostante una pregressa infezione o la vaccinazione è comunque possibile infettarsi e sviluppare la malattia. Ciò che però rende molto meno severa una reinfezione o un primo incontro con il virus è la risposta a cellule T che si genera con l'infezione o con la vaccinazione. Le cellule T hanno infatti il compito di riconoscere ed eliminare le cellule infettate dal virus. Per questa ragione, pur non prevenendo la malattia, queste componenti sono fondamentali per ridurre la severità di Covid-19.

IL CASO DEI BAMBINI

Nello studio da poco pubblicato su Immunity, i ricercatori del Peter Doherty Institute for Infection and Immunity di Melbourne hanno analizzato la risposta immunitaria di 53 bambini con quella di 47 adulti post infezione da Sars-Cov-2. Dalle analisi è emerso che i bambini sono in gradi di sviluppare una immediata e forte risposta a cellule B e T rispetto agli adulti. Questo spiegherebbe in parte la minore severità della malattia nei più piccoli. Per contro, i più piccoli producono meno cellule T della memoria rispetto agli adulti. Una caratteristica non di poco conto se si considera che quella componente cellulare è utile per evitare reinfezioni e rispondere efficacemente al virus. 

IL RUOLO DELLA VACCINAZIONE

Per ottenere invece una buona risposta a cellule T, come ampiamente dimostrato in diversi studi, la vaccinazione è di fondamentale importanza anche in caso di pregressa infezione. Vaccinarsi dopo aver contratto il virus migliora notevolmente la risposta immunitaria. Un esempio? Diversi studi hanno dimostrato che la produzione di anticorpi innescata da pregressa malattia e vaccino è utile alla neutralizzazione di varianti mai incontrate in precendenza. L'immunità ibrida -quella che si genera da virus e vaccinazione- è la miglior protezione che possiamo avere contro Sars-Cov-2. Una ragione in più per vaccinare i più piccoli.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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