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Pediatria
Redazione
pubblicato il 09-06-2023

Adenoidi: a quale età possono essere rimosse?



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Quando le terapie farmacologiche falliscono la rimozione delle adenoidi è la soluzione più opportuna. C'è un'età al di sotto della quale non è possibile operare? La parola all’esperto

Adenoidi: a quale età possono essere rimosse?

La mia bambina di quattro anni, a causa delle adenoidi ingrossate, soffre di apnee notturne, russamento, otiti e raffreddori ricorrenti. Considerato il fallimento delle terapie farmacologiche, è meglio operare o aspettare, vista l’età della bambina?

Michela (domanda pervenuta via mail)

 

Risponde il professor Giovanni Carlo De Vincentiis, già Direttore dell'Unità Operativa Complessa di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e Past President della Società Italiana di ORL Pediatrica.

 

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Cara Michela,

i problemi causati dalle adenoidi ingrossate o infettate possono essere molto fastidiosi e invalidanti per i bambini. Quando le terapie farmacologiche falliscono, la rimozione chirurgica (adenoidectomia) rappresenta la strategia risolutiva migliore. Non c’è un'età al di sotto della quale non sia possibile operare, tuttavia, è opportuno considerare che le adenoidi, come tutti i tessuti linfatici, hanno il loro massimo sviluppo dai due anni in poi. In genere, dunque, sotto i due anni è raro dare indicazioni chirurgiche, ma esistono eccezioni per cui si può procedere all’operazione anche a pochi mesi di vita.

 

QUANDO RIMUOVERE LE ADENOIDI

Le adenoidi, costituite da tessuto linfatico normalmente presente in età pediatrica nel rinofaringe, la porzione più alta delle vie aeree, vengono rimosse sostanzialmente per due motivi: quando sono eccessivamente voluminose (ipertrofia adenoidea) o quando sono costantemente sede di processi infiammatori (adenoidite cronica).

Nel primo caso si parla di vegetazioni adenoidee, classificate in quattro gradi a seconda dello spazio occupato all’interno del rinofaringe. Adenoidi molto voluminose possono condizionare un'importante difficoltà respiratoria, costringendo il bambino ad uno schema respiratorio orale e determinando la cosiddetta facies adenoidea: il bambino avrà un volto affilato, occhiaie persistenti, deficit di chiusura della bocca e di conseguenza il labbro superiore sempre sollevato. L’indicazione alla rimozione chirurgica viene posta quando le difficoltà respiratorie persistono nonostante prolungate terapie farmacologiche, soprattutto nei periodi topici come quello autunnale e quello primaverile.

Anche nel caso di adenoiditi croniche l’indicazione alla rimozione del tessuto linfatico viene posta a seguito del fallimento delle terapie mediche, come lavaggi nasali, terapie antistaminiche e tutto quello che serve per rimuovere le concause. Le adenoidi, infatti, a contatto con l’aria inspirata, possono diventare una sorta di ricettacolo di batteri che si organizzano in biofilm, creando una matrice di tessuto mucopolisaccaridico che non riesce ad essere aggredita dagli antibiotici. Questa situazione è caratterizzata dalla persistenza prolungata di secrezione catarrale densa nelle fosse nasali, che può indurre nel bambino tosse produttiva nelle ore notturne ed alitosi al risveglio. Durante il giorno, la difficoltà respiratoria e la presenza costante di catarro in rinofaringe possono condizionare un disturbo dell'attenzione e difficoltà nell’alimentazione.

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MEGLIO FARMACI O CHIRURGIA?

Quando si decide di intervenire chirurgicamente significa che si è verificato il fallimento della terapia medica. In generale, medicalizzare continuamente il bambino, sottoponendolo a un sacrificio terapeutico pur di evitare di asportare le adenoidi non rappresenta una buona strategia. L'intervento di rimozione delle adenoidi, infatti, dura pochi minuti, viene effettuato in regime di ricovero diurno ed è caratterizzato da una immediata ripresa post-operatoria, priva di dolore.

Tuttavia, è necessario tenere presente che nel bambino immaturità o difetti delle difese immunitarie, allergie, soprattutto alle proteine del latte vaccino e reflussi gastrici che spesso ne conseguono possono essere alla base della continua condizione di flogosi catarrale, con otiti, russamento e raffreddori non necessariamente causati dalle adenoidi. Prima di decidere per la loro asportazione chirurgica, dunque, bisogna cercare e trattare eventuali altre concause.

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SERVONO DAVVERO?

I genitori, soprattutto a causa della giovanissima età dei propri bambini, sono sempre molto preoccupati per la rimozione chirurgica delle adenoidi e spesso mi sento dire: “se le adenoidi ci sono a qualcosa serviranno, no?”. In realtà non è così. Noi uomini siamo l'esito di uno sviluppo filogenetico durato milioni di anni, che ha portato profonde modificazioni nella nostra struttura fisica e nella nostra capacità di risposta immunologica. Pensiamo ad esempio ai cosiddetti “denti del giudizio”, che non trovano più adeguato spazio in una mandibola che si è progressivamente ridotta nelle sue dimensioni e sono ormai così spesso causa di dolori (disodontiasi) da doverli estrarre il più delle volte.

La stessa cosa vale per il tessuto linfatico, che dopo i cinque o sei anni va incontro ad una progressiva regressione volumetrica. A differenza delle tonsille che non scompariranno mai del tutto, le adenoidi intorno ai tredici anni si riassorbono pressoché completamente, infatti è molto difficile trovare tessuto adenoideo ipertrofico in un adulto.

 

IL RISCHIO DI RECIDIVE

Dai due ai cinque anni è il momento di massimo sviluppo del tessuto linfatico che coincide con il periodo in cui i bambini iniziano un processo di socializzazione (ingresso a scuola, frequenza della piscina, ludoteche e altri luoghi di aggregazione) e, avendo un sistema immunitario sicuramente poco sviluppato, vanno incontro a una costante condizione di flogosi catarrale a carico delle prime vie aeree, di media 6 – 8 episodi l’anno. Le adenoidi rappresentano il più delle volte la prima sede di tale processo infiammatorio e la loro rimozione, fallite le terapie mediche, consente un immediato miglioramento della qualità della vita del bambino.

È vero, tuttavia, che più precoce è l’età alla quale viene effettuata l’adenoidectomia e maggiore è la possibilità che le adenoidi possano recidivare, ma questa evenienza non deve spaventare i genitori, perché non è detto che la recidiva sia tale da rendere necessario un nuovo intervento; ma soprattutto perché, quand'anche si dovesse reintervenire in un secondo tempo, il bambino avrà goduto per quei due o tre anni di un notevole miglioramento della qualità della vita e avrà consentito un corretto sviluppo delle strutture maxillo facciali, così strettamente correlate alla corretta respirazione nasale.

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