Uno studio italiano e canadese identifica un nuovo nesso fra varianti genetiche e disturbi dello spettro autistico. Elemento prezioso per migliorare la diagnostica
![Individuato un gene legato ai disturbi dello spettro autistico](https://www.fondazioneveronesi.it/uploads/thumbs/2025/02/12/autismo-genetica_thumb_720_480.jpg)
Il disturbi dello spettro autistico (ASD) si manifestano precocemente con un indebolimento nelle capacità di comunicare e di porsi con gli altri, interessi ristretti e comportamenti stereotipati. Condizione prevalentemente maschile, con un rapporto di 4:1 col sesso femminile, non ha origini chiare, anche sono state osservate associazioni con alcuni geni coinvolti nel neurosviluppo. Per questo è notizia significativa che sia stato individuato un gene, prima sconosciuto, collegato al disturbo. La ricerca che ha portato a questo risultato ha unito prevalentemente l’Hospital for Sick Children di Toronto, in Canada, e l’Istituto Pediatrico Giannina Gaslini di Genova, con lo specialista dell’Unità di Genetica Medica dottor Marcello Scala a fare da coordinatore dello studio. Per aprirsi poi a una collaborazione internazionale che ha fornito nuovi elementi all’indagine, pubblicata poi su The American Journal of Human Genetics, rivista ufficiale della Società Americana di Genetica Umana.
IMPLICATO IL CROMOSOMA X
Il gene identificato è il DDX53, situato sul cromosoma X e con un ruolo finora molto elusivo per quanto concerne lo sviluppo ed il funzionamento del cervello umano. Ora, però, si è visto che alcune sue varianti sono in diretto collegamento con l’autismo. Si è partiti, come illustra anche il dottor Scala, da 10 pazienti affetti da disturbo dello spettro dell’autismo (ASD), 8 maschi e 2 femmine, provenienti da 8 famiglie non correlate fra loro. Si sono aggiunti poi un bambino e la madre, entrambi affetti da ASD. Come accennavamo, si è quindi allargato l’orizzonte estendendo la ricerca di varianti in DDX53 a migliaia di individui, i cui dati genetici sono contenuti in vasti data base internazionali. In questo modo, sono stati identificati altri 26 pazienti “adatti” alla ricerca, rafforzando notevolmente l’associazione tra DDX53 ed autismo.
«Cercavamo casi di autismo non complicato, come dire autismo ‘isolato’, che è piuttosto raro. Infatti, nei pazienti con disordini del neurosviluppo, spesso le manifestazioni autistiche si verificano in presenza di altri disturbi neurologici concomitanti – spiega il dottor Marcello Scala. – I soggetti da noi studiati presentavano un quadro di autismo estremamente sovrapponibile ed erano tutti portatori di varianti simili nel gene DDX53».
UN SECONDO GENE, MA ANCORA DA CHIARIRE
Nella stessa regione del cromosoma X i ricercatori hanno avuto il sospetto che un altro gene potesse avere a che fare con l’autismo, il PTCHD1-AS. «Sappiamo che è un gene che regola il funzionamento del gene PTCHD1 – riprende il dottor Scala, - che è importante per lo sviluppo cerebrale. Varianti genetiche in PTCHD1-AS possono pertanto essere a monte di altre alterazioni legate all’autismo, anche se studi futuri saranno fondamentali per chiarire meglio il ruolo di questo gene nell’ASD».
ULTERIORI STUDI NECESSARI
Non si sa neppure su quali aree specifiche agisca il gene più nettamente individuato, il DDX53. Ci vuole pazienza, fa capire il dottor Scala, la scoperta è recente ed ulteriori studi sono necessari. «Ma è chiaro il suo valore diagnostico, se identifichiamo in un paziente una variante significative in DDX53 siamo più vicini ad una corretta diagnosi».
IN CHE MISURA IL DNA AIUTA LA DIAGNOSI
Ma non sarà certo un semplice esame del sangue a offrire questo responso, ci vorranno esami ben più sofisticati, obiettiamo. «Per i pazienti con autismo più grave, soprattutto in presenza di altri segni di compromesso sviluppo neurologico, al Gaslini offriamo la possibilità del sequenziamento dell’esoma, che è la porzione del genoma che codifica per le proteine. Analizzando a fondo il DNA, riusciamo a raggiungere importanti risultati sia in termini di diagnosi che di ricerca. È un percorso che funziona. Nelle forme più lievi, le nostre attuali conoscenze sulle basi genetiche dell’autismo sono ancora limitate, in quanto frutto di interazioni complesse tra suscettibilità individuale e fattori ambientali».
Dal valore diagnostico al valore terapeutico il passo non sarà breve, ma è inscritto nel futuro aperto anche dallo studio dei geni: sulla sua scia si spera di arrivare a gestire meglio il disturbo dello spettro dell’autismo.
LO SPETTRO AUTISTICO
“Spettro autistico" è la dizione scelta dall’ultimo DSM, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, il V, per sottolineare che pur se tutte le persone con autismo condividono certe difficoltà, il modo e l'intensità varia enormemente da persona a persona. Rientra nello spettro, a volte indicato come un autismo “minore”, la Sindrome di Asperger con bambini che si comportano in modo ripetitivo, schematico e si relazionano poco con gli altri coetanei, ma hanno maggiore autonomia, spesso un elevato livello intellettivo, capacità di coltivare interessi e passioni.