Una guida per capire, con l’aiuto di Silvio Bellino, responsabile del Centro per i disturbi della personalità della Clinica psichiatrica all’ospedale Molinette di Torino
Per l’evitante, il dipendente, l’istrionico, il narcisistico si raccomanda la psicoterapia. Un anno, un anno e mezzo di psicoterapia del tipo interpersonale o cognitivo-comportamentale o psicodinamica. Per i borderline, invece, c’è l’indicazione per i farmaci: antidepressivi che agiscono sulla serotonina e stabilizzatori dell’umore come l’acido valproico. Ora abbiamo la possibilità di usare anche antipsicotici di nuova generazione che a dosaggi opportuni fungono pure da stabilizzatori dell’umore: olanzapina, aripiprazolo, quetiapina. Si riesce a ottenere maggiore stabilità emotiva, relazionale e a contenere l’impulsività.
Si tratta di buoni risultati, se non fosse che questi pazienti hanno una bassissima aderenza ai trattamenti. Prendono le pastiglie un po’ sì e un po’ no, le cambiano, consumano molti tranquillanti, cosa che non va affatto bene, spesso mandano giù i farmaci e ci bevono sopra. Fra questi pazienti e intorno a loro, c’è un numero crescente di adolescenti che provano tutte le droghe, dagli stimolanti cannabinoidi come hashish e marjuana all’ecstasy e alle altre sostanze che si trovano in giro.