Uno studio correla l'esposizione lavorativa alla formaldeide con un più alto rischio di decadimento cognitivo
Attenzione alta verso l'esposizione alla formaldeide (o formalina) durante la vita lavorativa, perchè potrebbe avere un effetto anche sulle capacità cognitive e anche in persone di mezza età o poco più. Lo ipotizza il risultato di uno studio condotto su oltre 75.000 persone.
LA FORMALDEIDE
Che sia cancerogena è quanto concluso e attestato dall'Iarc, l’Agenzia internazionale della ricerca sul cancro: l'esposizione professionale alla formaldeide, perlopiù per via inalatoria, è causa di tumori del rinofaringe e di leucemie. Ci sono quindi norme che stabiliscono i limiti consentiti e le modalità di protezione dei lavoratori. Ma ora uno studio sposta l'attenzione sulla pericolosità nell’ambito del decadimento cognitivo, della mente, della memoria, rischio forse più subdolo in quanto difficile da cogliere. Eppure si tratta di una sostanza di uso comune, in casa e negli ospedali oltre che in falegnameria ed edilizia. La formaldeide è un gas (un composto organico volatile) e in versione soluzione acquosa è nota come formalina. Ha un odore pungente, possiede una potente azione battericida per cui si trova nei disinfettanti domestici, è impiegato in campo sanitario, come resina è usato per truciolato e compensato di legno, per tappezzerie, moquette, tendaggi e altri tessili sottoposti a trattamenti antipiega. E’ anche alla base della bachelite, come pure di laminati plastici e adesivi. Sta nei pannelli fono-assorbenti dei controsoffitti e nelle pareti divisorie degli uffici “open space”. Infine vale citare (e stupisce, forse) il suo impiego quale conservante alimentare, in particolare di cibi affumicati, con la sigla E240.
LA RICERCA
Ebbene, pubblicata sulla rivista Neurology, giornale dell’Accademia americana di Neurologia, una ricerca francese mostra i dati raccolti tra 75.322 persone di età media sui 58 anni. Tra di loro l’8 per cento, ovvero 6.026, si è trovato esposto alla formaldeide nel corso della vita di lavoro. E la formaldeide tende a volatilizzarsi nell’aria. I partecipanti all’indagine includono infermierI, tecnici medici, lavoratori nei settori tessili e chimici, nell’industria del ferro, falegnami, addetti alle pulizie.
ANCHE RIDOTTE QUANTITÀ SONO DANNOSE
«Sono noti i sospetti sulla formaldeide per certi tumori e i nostri risultati spostano l’attenzione su altri rischi: l’esposizione anche a basse quantità della sostanza possono apparire associati a più bassi livelli di funzionamento cognitivo – ha commentato la prima autrice della ricerca, la professoressa Noémie Letellier dell’Università di Montpellier. – Le persone che per lavoro sono esposte a questa molecola dovrebbero prendere delle precauzioni e i datori di lavoro dovrebbero trovare il modo di ridurre il più possibile il rischio di contatto dei dipendenti». Per calcolare il danno, si sono divise le 75.322 in tre gruppi uguali quanto a tempo di esposizione alla formaldeide: il valore “basso” è stato identificato con 6 o meno anni; il “medio” da 7 a 21 anni; l’”alto” di 22 anni in su.
CONFRONTO PER TEMPO E PER ACCUMULO
Altra suddivisione in tre gruppi, stavolta secondo il cumulo di esposizione, vale a dire l’ammontare totale di formaldeide a cui ciascuno è stato esposto in tutta la vita sulla base della probabilità, dell’intensità e della frequenza. Le funzioni cognitive sono state misurate usando sette test comuni di memoria, di attenzione, di ragionamento, di altre abilità mentali così da arrivare a un risultato cognitivo globale. I ricercatori hanno constatato che quanti erano stati esposti alla formaldeide per il loro lavoro mostravano un 17 per cento in più di rischio di problemi cognitivi e di memoria rispetto a quanti non avevano subito tale esposizione.
SEMPRE MENO UTILIZZATA
I lavoratori a contatto con la formaldeide per più di 22 anni presentavano un rischio più elevato: 21 per cento. E quelli con il cumulo più alto un rischio del 19 per cento. Osserva la professoressa Letellier: «L’impiego della formaldeide è molto diminuito negli ultimi decenni, resta che i nostri risultati sottolineano che tuttora migliaia di persone lavorano esposte alla formaldeide e potrebbero primo o poi rischiare un calo delle capacità cognitive». D’altro lato i ricercatori sottolineano che lo studio non prova un effetto causale della formaldeide sulla mente, ma soltanto un’associazione dei due fatti.
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Fonti
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.