Il 60-70% delle persone che soffrono di anoressia e bulimia riesce a guarire. In un terzo dei casi invece il disturbo resta cronico. Lo specialista: «Non arrendersi mai»
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Molto si sa, ed è opinione diffusa, della natura cronica dei disturbi alimentari. Ed è un fatto che vi siano pochi studi sulla durata nel tempo della guarigione da anoressia e bulimia. Ma ora una ricerca del Massachusetts General Hospital ha puntato su questo tema ed è arrivata alla conclusione che la maggioranza delle pazienti (i maschi colpiti da disturbi alimentari sono pochi) stanno bene anche 20 anni dopo essere state dichiarate guarite. I dati, pubblicati sul Journal of Clinical Psychiatry, sono incoraggianti sia per le pazienti sia per i medici che le curano.
IL CONTROLLO DEI 10 ANNI
«In contrasto con la letteratura esistente che caratterizza i disturbi alimentari come malattie croniche, il nostro studio longitudinale - spiega una delle ricercatrici, la dottoressa Kamryn Eddy - dimostra che un continuo miglioramento dei sintomi e un significativo recupero nell’anoressia nervosa sono possibili anche dopo il controllo del primo decennio, mentre per la bulimia, se non si è registrato un miglioramento ai controlli del nono anno, è poco probabile che si verifichi nei successivi dieci anni». Gli studiosi americani sono partiti con 246 donne contattate fra le pazienti ambulatoriali dei servizi psichiatrici di Boston tra il 1987 e 1991. Una prima fase dello studio durata nove anni consisteva nell’intervistare le pazienti ogni 6 mesi e ogni 12. Nella seconda fase le signore sono state ricontattate telefonicamente dopo 20-25 anni, in questo round si è trattato in totale di 176 partecipanti.
RIPRESE TARDIVE
Ora, quello che si è constatato nel tempo sta in queste cifre: nella prima fase (9 anni di durata) erano risultate guarite il 32 per cento delle anoressiche e il 68 per cento delle bulimiche. Ma nella seconda fase, a lungo termine, ecco ancora le bulimiche guarite al 68 per cento, ma accanto a loro avanza un 63 per cento delle anoressiche ripresesi dalla malattia. Donne che non avevano fatto progressi in nove anni e che sono invece risultate migliorate, fino alla guarigione, al controllo dei 22 anni. «Indubbiamente il fatto di constatare che la maggioranza delle persone malate di un disturbo alimentare guarisce è incoraggiante», hanno concluso gli psichiatri del Massachusetts General Hospital, «tuttavia resta il fatto che un terzo di pazienti continua a subire la malattia».
CI VUOLE TEMPO PER GUARIRE
«Eh, sì, un 25-30 per cento delle malate di un disturbo alimentare cronicizza», conviene Stefano Erzegovesi, responsabile dell’Unità per i disturbi alimentari dell’Ospedale San Raffaele di Milano e blogger della Fondazione Umberto Veronesi. «E c’è di più: un 10 per cento delle malate croniche più gravi muoiono: o per suicidio o per complicanze con altre malattie». Il quadro torna fosco con questi dati, poi lo specialista del San Raffale considera le positività su cui getta luce lo studio statunitense: «Già nel 1985 lo specialista dell’anoressia Sten Theander diceva: più lunga è l’osservazione e migliore è il risultato. Io lo traduco: cerchiamo di fare invecchiare con noi i nostri malati perché più tempo riusciamo a tenerli legati a noi e alle cure e più la prognosi migliora. Questa ricerca viene a confermare l’importanza della durata nel tempo. Il vero problema per i disturbi dell’alimentazione è che le famiglie sono convinte che in pochi mesi passa tutto. Se invece non passa in un anno, già nel secondo scatta la delusione, si possono abbandonare le cure o cominciare la girandola da un medico all’altro. Che guarisca, subito».
MAI ARRENDERSI
Ribadisce Erzegovesi, sulla base della sua esperienza: «Ci sono casi che appaiono così resistenti ad ogni terapia, certe anoressiche che non pare proprio di poter curare, eppure a volte accade qualcosa - un cambio di lavoro, il fidanzamento - e la situazione si muove. Può essere anche in conseguenza di un forte dolore fisico che, come dire, le rende reattive. Succede. Con i disturbi alimentari vale una sola regola: non arrendersi mai. Gli anni che passano non devono fiaccare la speranza».
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Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.