La domanda è frequente tra chi si scopre diabetico e deve rivedere le abitudini alimentari. La risposta dal nostro quaderno dedicato al riso
L'iperglicemia postprandiale (che insorge in seguito ai pasti) rappresenta il problema più importante nel trattamento del diabete mellito. Le variazioni nella glicemia dovute ai cibi sono influenzate da diversi fattori: la quantità e la qualità degli zuccheri presenti, i trattamenti industriali ai quali vengono sottoposti gli alimenti, le modalità di cottura, le interazioni con grassi, proteine e fibre alimentari che possono interferire sulla velocità di assorbimento intestinale dei carboidrati.
Un metodo per valutare diverse risposte glicemiche ai cibi contenenti carboidrati è quello di utilizzare il concetto di indice glicemico, inteso come la capacità di una dose equivalente di alimenti ricchi in carboidrati di aumentare la glicemia. Accanto al concetto di indice glicemico è stato introdotto anche quello di carico glicemico, in cui si considera l'aspetto non meno importante della quantità di alimento che viene assunto durante i pasti. Il carico glicemico viene calcolato moltiplicando la quantità di carboidrati contenuti nell’alimento espressa in percentuale per il suo indice glicemico. Nelle diverse varietà di riso disponibile sul mercato la variabilità dell'indice glicemico è molto ampia (da un valore pari a circa 54 a 132, tenendo come riferimento il valore del glucosio o del pane bianco, pari a 100) ed è ulteriormente influenzata dagli ingredienti associati al riso e dal metodo di cottura (è più elevato nella bollitura).
Per chi è affetto da diabete è dunque preferibile scegliere le varietà integrali o associare molte verdure o altri alimenti (proteine, grassi) che aumentino le fibre. La consulenza con un nutrizionista può sicuramente essere di supporto per impostare un'alimentazione bilanciata e completa che aiuti a mantenere sotto controllo la glicemia ed eviti l'aumento ponderale.
Sostieni la ricerca scientifica d'eccellenza e il progresso delle scienze. Dona ora.