Il nichel assunto a tavola non aumenta il rischio di sviluppare la psoriasi. Una dieta ipocalorica (mediterranea) riduce l'infiammazione nei pazienti con una malattia moderata o grave
Esiste una relazione tra la psoriasi e l'assunzione di nichel?
Laura C.
Risponde Bianca Maria Piraccini, responsabile dell’ambulatorio di allergologia e malattie degli annessi cutanei del policlinico universitario Sant'Orsola-Malpighi e docente di malattie cutanee e veneree all'Università di Bologna
La psoriasi può essere definita come una condizione infiammatoria cronica immuno-mediata che colpisce la pelle, all'incirca nel tre per cento della popolazione generale.
Mentre i processi immunologici e genetici intrinseci dell’individuo colpito giocano un ruolo fondamentale nella patogenesi, ci sono elementi estrinseci come l'obesità, il fumo e lo stress che possono modularne il rischio, la gravità e la prognosi.
I pazienti con psoriasi mostrano infatti una prevalenza aumentata sia di obesità sia sindrome metabolica ed entrambi questi fattori sono legati a un aumento del rischio cardiovascolare.
La dieta può giocare quindi un ruolo nel modulare l'infiammazione sistemica cronica e nella progressione di queste diverse malattie croniche.
Mentre il nichel assunto a tavola non ha correlazione con lo sviluppo della psoriasi, gli esperti internazionali di psoriasi hanno dato invece alcune raccomandazioni basate sull’evidenza degli studi scientifici riguardanti il legame tra la psoriasi e ciò che mangiamo.
Prima di tutto la perdita di peso con una dieta ipocalorica nei pazienti sovrappeso o obesi, combinata con uno stile di vita sano, ha dimostrato essere molto utile per i pazienti con malattia psoriasica da moderata a grave, con una significativa riduzione del punteggio dell'indice di area e gravità della psoriasi (cosiddetto «Pasi»), associato a riduzione degli indici di flogosi sistemica.
La psoriasi inoltre è stata correlata con un aumento del rischio di malattie autoimmuni, per cui i pazienti con psoriasi e malattia celiaca confermata beneficiano moltissimo di una dieta priva di glutine: sia nel ridurre i sintomi gastrointestinali sia nella riduzione della gravità del quadro cutaneo.
Al contrario, si discute molto sul miglioramento della psoriasi legato all’integrazione orale con micronutrienti come vitamina D, vitamina B12, zinco, selenio e olio di pesce (omega 3) per i quali i dati negli studi scientifici sono a volte discordanti (per quanto riguarda il dosaggio e la durata del trattamento) e il numero di pazienti trattati (a volte esiguo oppure troppo eterogeneo per essere confrontato).
Ecco spiegato perché le linee guida internazionali non li raccomandano, se non la vitamina D in pazienti con livelli carenti.
Rimane comunque importante uno stile di vita sano e una dieta varia, prendendo come esempio quella mediterranea ricca naturalmente di antiossidanti, fibre, polifenoli e acidi grassi monoinsaturi che si è vista associata a una riduzione di incidenza di malattie infiammatorie croniche.