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L'esperto risponde
Redazione
pubblicato il 16-10-2014

Come scegliere il dentifricio giusto per il mio bambino?



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Risponde Luca Levrini, Presidente del corso di laurea in igiene dentale dell' Università degli Studi dell'Insubria

Come scegliere il dentifricio giusto per il mio bambino?

 

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Il mio pediatra mi ha parlato di alcune sostanze che fanno male alla salute presenti nei normali dentifrici in commercio. Quanto fluoro devono contenere? E quanto usarne? Come scegliere un prodotto sicuro?

Grazie, Erica

Risponde Luca Levrini (nella foto), presidente del corso di laurea in igiene dentale e direttore del centro di ricerca oro-cranio facial disease and medicine dell'Università degli Studi dell'Insubria

Premesso che sia indiscutibile la capacità di controllo da parte di seri rivenditori (supermercati, parafarmacie e farmacie) di vendere prodotti controllati e non tossici per la salute, approfondendo sui dentifrici, numerosi studi ipotizzano come “irritanti”, se vengono ingerite, sostanze largamente utilizzate negli stessi come il sodio lauryl solfato (SLS), i parabeni, i petrolati, i siliconi e così via. Tali eccepenti sono in genere tensioattivi schiumogeni, con la finalità di rendere più gradevole lo spazzolamento dei denti.

A queste si possono aggiungere sostanze medicamentose ingerite in quantità eccessiva, fra queste fluoro, clorexidina, triclosan. Tuttavia, non essendoci alcuna evidenza scientifica certa - diversamente non ci sarebbero in commercio moltissimi dentifrici -, ritengo che i suggerimenti allarmisti nella prescrizione dei dentifrici debbano essere cauti, avere l’equilibrio del dubbio e il senno della prudenza.

Ciò invece su cui è importante non transigere è il fluoro. Le recenti Linee Guida del Ministero della Salute hanno ormai definito in modo certo l’utilità di quest’ultimo nella prevenzione della carie, suggerendo la sua assunzione non più con pastiglie e gocce ma - ed è importante sottolinearlo - con il dentifricio. In particolare dai sei mesi ai sei anni di età, la fluoroprofilassi deve essere effettuata attraverso dentifrici contenenti almeno mille parti per milione di fluoro, due volte al giorno in dose “pea-size” (quantità grossa come un pisello); dopo i sei anni con l’uso di un dentifricio sempre contenente almeno millle parti per milione di fluoro, due volte al giorno ma in dose “classica”.

Le linee guida americane al riguardo sono analoghe ma con una unica piccola differenza, ovvero che fino ai tre 3 anni suggeriscono di “sporcare” lo spazzolino con il dentifricio (invece che “pea-size”) ma con una concentrazione di Fluoro sempre a mille parti per milioni. Suggerirei, quindi, di verificare sulla confezione la quantità di fluoro e controllare che sia pari a quella sopra indicata.

Inoltre, quale ulteriore accorgimento per cautelarsi da un danno da utilizzo di dentifricio, potrebbe essere quello di verificaree l’RDA (Relative Dentin Abrasivity), un valore che indica l'abrasività dei dentifrici e che è riportato sulla confezione dei prodotti migliori. Se supera i 100, questo valore è troppo elevato e, nel tempo, potrebbe causare danni allo smalto, in particolare l’usura. Quelli con un alto indice di abrasività sono di norma i dentifrici sbiancanti e l’alta abrasività, oltre a consumare la superficie dello smalto, può determinare maggiore sensibilità ai denti. Per ultimo, è importante rispettare il singolo pensiero di ogni operatore sanitario: esso deve modularsi in scienza e coscienza in quel momento su quel paziente, risultando dunque sempre un intervento soggettivo e diverso. Tuttavia, l’operatore sanitario dovrebbe però non dare indicazioni commerciali (compra questa marca) bensì suggerire i principi attivi (compra una marca con questi prodotti).


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