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Daniele Banfi
pubblicato il 10-03-2022

Quarta dose: chi deve sottoporsi alla vaccinazione?



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Le persone fortemente immunocompromesse necessitano della quarta dose. Sul resto della popolazione occorrerà valutare per fascia di età e in base alla circolazione virale

Quarta dose: chi deve sottoporsi alla vaccinazione?

Nella lotta a Sars-Cov-2 i vaccini hanno dato una decisa "spallata" al virus. Grazie ad essi le probabilità di ricovero e decesso per Covid-19 sono crollate drasticamente. Ci sono però particolari categorie di persone, come gli individui fortemente immunocompromessi, che al ciclo classico di vaccinazione con dose booster necessitano di una ulteriore dose. Non a caso AIFA, l'Agenzia Italiana del Farmaco, ha da poco approvato per queste persone l'utilizzo di una quarta dose.

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DOSE BOOSTER

Complice l'arrivo della variante Omicron in dicembre, il ciclo classico con due dosi di vaccino è stato aggiornato prevedendo una dose booster per tutte le categorie fatta eccezione per gli under 12. Una scelta più che mai lungimirante. Secondo un recente report dell'ISS, l'efficacia nel prevenire casi gravi di Covid-19 risulta essere pari all'87% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 89% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 83% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni. Per quanto riguarda invece la dose booster si attesta intorno al 93%. Dati del tutto simili a quelli pubblicati dal CDC statunitense dove per gli over 18 la protezione dal rischio di ospedalizzazione con due dosi è al 76% mentre con tre dosi al 93%.

QUANDO IL SISTEMA IMMUNITARIO NON FUNZIONA A DOVERE

Appurato dunque che la dose booster -capace di neutralizzare Omicron- abbia consentito il controllo di ricoveri e decessi durante l'ondata di dicembre e gennaio, il problema si pone quando di fronte si hanno persone che non rispondono in maniera ottimale alla vaccinazione. Ed è questo il caso degli immunocompromessi. Per queste persone, vista la circolazione virale ancora elevata, AIFA ha decisio che nell’ottica di un ulteriore consolidamento della copertura vaccinale e nel rispetto del principio di massima precauzione, ai soggetti con marcata compromissione della risposta immunitaria è raccomandata la somministrazione di una dose di vaccino a mRNA in seguito a completamente del ciclo vaccinale primario e booster.

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CHI DEVE FARE LA QUARTA DOSE?

Entrando più nel dettaglio, la somministrazione della quarta dose è consentita a partire da 120 giorni dopo la dose booster. Venendo alle categorie che la necessitano, ecco l'elenco completo:

  • pazienti con trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva
  • pazienti con trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l'ospite cronica)
  • pazienti in attesa di trapianto d'organo
  • pazienti in trattamento con terapie cellulari Car-T
  • pazienti con patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure
  • soggetti affetti da immunodeficienze primitive o secondarie a trattamento farmacologico
  • pazienti in dialisi e con insufficienza renale cronica grave
  • pazienti con pregressa splenectomia
  • soggetti affetti da sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS)

PIANIFICARE LA CAMPAGNA DEI PROSSIMI MESI

Ma se la quarta dose si rende necessaria in questi individui, attenzione a pensare che per le altre fasce della popolazione sia già tutto alle spalle. Dalla gestione dell'emergenza dei mesi scorsi si deve passare alla gestione ordinaria di Covid-19. Per quanto riguarda la vaccinazione sarà più che mai necessario monitorare l'effetto nel tempo per diverse fasce di età. Leffetto della dose booster in un under-65 è diverso rispetto quanto accade in un anziano. Per questa ragione le agenzie regolatorie sono al lavoro per valutare la possibilità di autorizzare una quarta dose anche per gli over-65, indipendentemente dalle loro patologie. Per tutti gli altri, monitorando l'andamento del virus, un possibile scenario è rappresentato da un richiamo annuale come accade per l'influenza. La pandemia non è ancora finita ma oggi ci sono tutte le armi per cercare di affrontarla non più come un'emergenza capace di minare il sistema sanitario nazionale.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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