Basta individuare le cellule endoteliali che circolano, le quali a loro volta sono il campanello d'allarme di un evento cardiaco possibile. I ricercatori stanno studiando come utilizzare nella pratica clinica questa scoperta
Un semplice test sul sangue potrebbe rivelare l’imminenza di un infarto acuto, o della rottura di un ateroma, la placca che si forma nelle arterie e il cui distacco può portare ad eventi gravi come aneurismi e tromboembolie. Un gruppo di ricercatori californiani hanno compiuto uno studio (pubblicato su Science Translational Medicine) secondo il quale è possibile arrivare a un semplice test del sangue, capace d’individuare le cellule endoteliali circolanti, cellule mature completamente differenziate che si sono staccate dai vasi sanguigni. Già dal 1999 si era osservato che nel sangue di soggetti sani se ne rileva un piccolo numero, e che invece il loro tasso aumenta in caso di lesioni vascolari.
LA SCOPERTA - Queste cellule endoteliali circolanti appaiono nel sangue parecchi giorni prima o addirittura parecchie settimane prima che sopravvenga un infarto acuto del miocardio. I ricercatori americani si sono dedicati ad isolare e a caratterizzare queste cellule nel sangue di due gruppi omologati per età: un gruppo di persone che avevano avuto un infarto e un gruppo-controllo di soggetti sani. I tassi di cellule endoteliali circolanti sono apparsi nettamente più elevati negli infartuati, e – fatto molto importante – esse non sono apparse correlate con i fattori di necrosi del miocardio, il che significa che erano presenti prima dell’evento che provoca una morte parziale delle cellule cardiache. Infine, nel contesto dell’infarto acuto del miocardio, si è visto che le cellule in questione presentano delle anomalie morfologiche, e in particolare una grande taglia e numerosi nuclei.
TEST VALIDO - Questi risultati suggeriscono che il tasso di cellule endoteliali circolanti non solo potrebbe servire come campanello d’allarme di un infarto imminente, ma fornire anche uno strumento di misurazione clinica utile per prevedere un evento altrettanto improvviso e normalmente imprevedibile, come il distacco di un ateroma. Il test sul sangue potrebbe sostituire validamente una biopsia dell’arteria coronaria, che resta un esame con un certo indice di rischio. Gli autori dello studio, in applicazione del principio di «trasferire i risultati della ricerca al letto del malato» si propongono lo sfruttamento clinico di questo rapido e semplice test entro un paio di anni.