Quante donazioni si registrano in Italia? Sono sufficienti per assicurare il trapianto a tutti i pazienti che ne hanno bisogno? Ecco il punto del Centro Nazionale Trapianti
Donazioni e trapianti continuano a crescere, ma le liste di attesa sono ancora lunghe. In occasione della ventisettesima Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti, che si è celebrata il 14 aprile, il Centro Nazionale Trapianti ha fatto il punto della situazione sul numero di donazioni e di trapianti effettuati in Italia.
Quante donazioni si registrano in Italia? Sono sufficienti per assicurare il trapianto a tutti i pazienti che ne hanno bisogno? Ecco i dati del Centro Nazionale Trapianti (CNT), l’organismo tecnico-scientifico preposto al coordinamento della Rete Nazionale Trapianti di cui si avvalgono il Ministero della Salute, le Regioni e le Provincie Autonome di Trento e Bolzano.
QUANTE DONAZIONI IN ITALIA?
Sono ancora circa 8.000 i pazienti in lista d'attesa: per questo, è necessario che sempre più cittadini diano il consenso alla donazione dopo la morte, specialmente registrando il proprio "sì" al momento del rinnovo della carta d'identità. In questo momento, infatti, circa 6.000 pazienti stanno aspettando un nuovo rene, poco meno di un migliaio un fegato, circa 700 un cuore, oltre 200 un polmone e altrettanti un pancreas. Nonostante lo scorso anno il numero delle donazioni di organi abbia superato per la prima volta quota 2.000, permettendo la realizzazione di quasi 4.500 trapianti (oltre il 15% in più che 2022), il numero degli organi che si rendono disponibili non è ancora sufficiente ad assicurare il trapianto a tutti i pazienti che ne hanno bisogno.
DICIAMO SÌ ALLA DONAZIONE
Per aiutare i cittadini a compiere scelte consapevoli, il Ministero della Salute e il Centro nazionale trapianti hanno lanciato in questi giorni un'importante iniziativa: entro aprile verranno inviati a circa 900 uffici anagrafe dei 500 comuni più popolosi d'Italia dei nuovi allestimenti informativi (roll-up, manifesti e locandine) grazie ai quali i cittadini in attesa di rinnovare il documento d'identità potranno ricevere informazioni verificate e corrette sulla donazione, in modo da compiere una scelta consapevole quando arriva il proprio turno allo sportello. L'iniziativa proseguirà anche nei mesi seguenti ed entro la fine dell'anno saranno 1.500 le sedi anagrafiche e oltre 1.100 i comuni raggiunti, con una copertura territoriale di quasi 40 milioni di cittadini residenti. Ricordiamo che, oltre che al momento del rinnovo della carta d'identità, si può dichiarare il proprio sì alla donazione anche iscrivendosi all'AIDO, oppure presso gli appositi sportelli delle ASL, e infine anche solo scrivendo la propria volontà su un foglio di carta semplice datato e firmato da portare con sé.
«La ricerca scientifica nel campo dei trapianti sta andando velocissima, lo abbiamo dimostrato anche in Italia con il grande sviluppo della donazione a cuore fermo, ma l'innovazione non basta», insiste il direttore del Centro nazionale trapianti Giuseppe Feltrin. «La speranza di chi aspetta un organo resta legata alla scelta della donazione, eppure ancora oggi circa un terzo dei cittadini che registrano la loro volontà sceglie di negare il consenso al prelievo. Dietro queste remore, comprensibili, a volte però c’è poca conoscenza del tema. Per questo è importante informarsi per prendere una decisione consapevole: donare gli organi è una scelta sicura, che non costa nulla a chi la compie ma che salva la vita di chi ne beneficia».
IN QUALI CITTÀ SI DONA DI PIÙ?
Ancora una volta è Trento la città più generosa d'Italia nella raccolta dei "sì" al momento del rinnovo della carta d'identità. Sono alcuni dei dati che emergono dalla quinta edizione dell'Indice del Dono, il rapporto del Centro nazionale trapianti che fa il punto sulle dichiarazioni di volontà alla donazione di organi e tessuti registrate nelle anagrafi di oltre 7mila Comuni italiani nel corso del 2023.
Per il terzo anno consecutivo, Trento a primeggia fra le città con oltre 100mila abitanti, con un indice di 71,07/100, una percentuale di consensi del 78,1% e un tasso di astensione del 32%. Trento precede Verona (che sale dal quarto al secondo posto) e Sassari, con Livorno ai piedi del podio. Tra le altre grandi città più virtuose Cagliari è quinta, Ferrara sesta, Padova settima, Firenze ottava e Perugia nona, Bergamo decima. In calo le quattro città maggiori: Milano è 24ma (era 16ma l'anno precedente), Torino passa dal 29mo al 31mo, Roma dal 32mo al 33mo mentre Napoli resta ferma al 39 posto su 44.
«Il nostro sistema trapianti è all'avanguardia per la qualità delle prestazioni erogate e per la capacità di cura e assistenza, ed è già proiettato verso le principali sfide tecnologiche e organizzative che stanno ridisegnando i sistemi sanitari di tutto il mondo. Nostro compito è accompagnare l'introduzione di queste innovazioni sempre a beneficio dei pazienti», dichiara il Ministro della Salute Orazio Schillaci in occasione della Giornata. «Eppure - prosegue il Ministro - senza il Sì alla donazione, anche il sistema più avanzato dal punto di vista tecnologico non potrebbe procedere al trapianto. E ancora: senza quel Sì, gli sforzi dei nostri medici, infermieri e operatori sanitari (a cui rinnovo il mio ringraziamento) sarebbero vani. Donare è una scelta naturale, un gesto che può fare la differenza per chi oggi aspetta un trapianto. Quando rinnoviamo la carta d'identità, facciamo una scelta di vita e diciamo Sì alla donazione».
A QUALE ETÀ SI ACCONSENTE DI PIÙ A DONARE?
L'edizione di quest'anno dell'Indice del Dono mette inoltre in evidenza anche la propensione alla donazione nelle diverse fasce d'età a livello regionale: la percentuale di consensi più alta - ben l'84,7% - è quella registrata tra i cittadini sardi tra i 31 e i 40 anni. È proprio quella dei trenta-quarantenni la categoria che a livello nazionale dimostra maggiore generosità, con un consenso medio del 73,8%. A seguire ci sono i 41-50enni (73,1%) e i 51-60enni (71,3%): in entrambe le fasce, a livello regionale, sono i trentini a dichiarare il consenso in percentuali maggiori. Meno buoni i risultati della raccolta tra i 18-30enni, probabilmente perché meno informati: tra i più giovani il consenso medio nazionale è del 68,9% mentre i contrari sono il 31,1%. In questa categoria anagrafica la percentuale più alta è quella dei "sì" registrati tra i giovani valdostani (81,7%).
Ma è dopo i 70 anni che la percentuale di chi si oppone alla donazione tende a salire esponenzialmente: i "no" sono il 41,5% tra i 71-80enni e ben il 55% tra gli ultraottantenni. Un dato condizionato, probabilmente, dall’errata convinzione che la donazione degli organi in età avanzata non sia possibile. Ad oggi complessivamente il Sistema informativo trapianti ospita poco meno di 19 milioni di dichiarazioni registrate: 13,5 milioni di sì e 5,5 milioni di no.