Come godersi cime, boschi e pareti senza rischiare guai. Il primo avvertimento: conoscere l’ambiente e i propri limiti
Alta quota: a chi fa bene e a chi no
I suggerimenti e le raccomandazioni di Elio Guastalli (nella foto), tecnico del Soccorso Alpino e responsabile SICURI in MONTAGNA del C.N.S.A.S.
Con l’arrivo della stagione estiva si ritorna a parlare di montagna, di escursionismo e di altre attività ludiche e sportive che la montagna sollecita. La montagna, vissuta in libertà, con la giusta consapevolezza e un pizzico di prudenza, sa regalare sensazioni bellissime, ma è bene chiedersi come evitare brutte esperienze, ovvero, parlare di prevenzione.
Almeno a parole, tutti ne riconoscono la necessità, ma pochi poi affrontano l’argomento, se non di fronte a un fatto di cronaca o un avvenimento eclatante. Forse anche perchè parlare di prevenzione vuol dire, in un certo senso, evocare fantasmi, richiamare ciò che non vogliamo che accada.
CONOSCERE L’AMBIENTE E SE STESSI - In montagna non è pensabile il “rischio zero”, come d’altra parte in ogni nostra attività quotidiana. L’obiettivo quindi non è eliminare i pericoli, ma diventare capaci di adattarsi alla situazione che si va ad affrontare; bisogna conoscere l'ambiente, le tecniche, le nostre capacità psico-fisiche e soprattutto i nostri ragionevoli limiti d'azione. Con queste convinzioni il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (C.N.S.A.S.) ha avviato un progetto denominato Sicuri in montagna.
LE ATTIVITA’ DEL SOCCORSO ALPINO
“Sentire” l’ambiente e se stessi per formare quella sorta d’istinto che ci permetterà di “fiutare” il pericolo è un percorso difficile, che può essere intrapreso solo con grande passione e una buona dose di modestia. Potrà sembrare un discorso troppo teorico, condivisibile tuttalpiù per le pratiche alpinistiche ritenute particolarmente impegnative e pericolose. Boschi, alpeggi, malghe e facili sentieri, invece, sono ambienti ameni e rilassanti, paiono liberi da pericoli. Non è sempre così. Ogni anno il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico attua, sul territorio nazionale, circa 7.000 soccorsi; più di 300 sono le vittime. Si interviene nei campi più disparati, non solo per incidenti durante l’attività di alpinismo, ma anche durante l’escursionismo, lo sci in pista, la residenza in alpeggi, il turismo montano, la ricerca dei funghi, il lavoro in montagna, lo sci alpinismo, la mountain bike, l’arrampicata sportiva, il parapendio ed altro ancora.
I CONSIGLI
Che fare dunque? La conoscenza del terreno, una buona preparazione psicofisica, un’adeguata attrezzatura, la capacità di movimento e d’utilizzo delle tecniche, l’osservazione delle previsioni meteo, la modestia di rinunciare fin che si è in tempo, sono solo alcune regole preventive che aiutano ad evitare guai, ma ancor di più, come detto più volte, occorre entrare in sintonia con l’ambiente e non sopravalutare le proprie capacità.
EVITARE IL FAI DA TE
Sono ancora pochi coloro che intraprendono attività alpinistiche sotto la guida d’esperti. Anche per le attività apparentemente più tranquille come l’escursionismo turistico, in montagna poter condividere la compagnia e l’esperienza di un amico fidato è sempre buona cosa. Le discipline più impegnative vanno affrontate maturando una giusta e paziente preparazione; frequentare le scuole del Club Alpino Italiano (CAI) o affidarsi a una Guida Alpina può essere di grande aiuto.
LA SCARPA GIUSTA A VOLTE SALVA LA VITA
Fra i vari temi affrontati da Sicuri in montagna si è puntato l’interesse, ad esempio, a una casistica d’incidenti del tutto particolare: quelli che coinvolgono i cercatori di funghi. Casi d’intossicazione a parte, in questa popolazione d’appassionati frequentatori della montagna il bilancio degli infortuni è assai preoccupante. In Italia mediamente in un anno si contano un centinaio d’interventi rivolti a cercatori di funghi e, di questi, una ventina perdono la vita. La maggioranza delle scivolate fatali avviene per l’uso di stivali di gomma; quante scivolate si potrebbero evitare con l’utilizzo di uno scarpone rigido da montagna?
NEVE ANCHE D’ESTATE
Sul fronte degli appassionati di neve fresca, non tutti posseggono un’adeguata capacità di valutazione del pericolo, che in estate si riduce, ma gli incidenti in alta quota o in condizioni particolari sono possibili; in caso di valanga, un intervento efficace d’auto soccorso resta l’unico metodo in grado di fornire la possibilità di sopravvivenza del travolto (dopo 15 minuti le possibilità di sopravvivenza diminuiscono drasticamente). Occorre preparare la gita e ascoltare i bollettini nivo-meteorologici, senza sottovalutare l’utilità dell’ARVA (indispensabile strumento per la localizzazione del travolto) oltre che di pala e sonda.
IN PARETE
Le vie ferrate non di rado sono frequentate senza utilizzare l’attrezzatura adatta: il set di dissipazione dell’energia di caduta e il casco; così come nelle falesie a volte si notano scalatori, soprattutto giovani, con palesi difficoltà nelle manovre d’assicurazione.
Il Soccorso Alpino e Speleologico ha prodotto alcuni opuscoli regolarmente distribuiti nel corso delle diverse attività (Sicuri in ferrata, Sicuri con la neve, Sicuri a cercar funghi, Sicuri in falesia, Sicuri sul sentiero).
COSA FARE IN CASO DI BISOGNO
Al Soccorso Alpino sono affidati, per leggi dello Stato, i compiti di vigilanza, di prevenzione degli infortuni, di ricerca delle persone disperse e di soccorso degli infortunati in ambiente montano, ipogeo, impervio ed ostile. In caso di necessità, per l’intervento sanitario del Soccorso Alpino e per la ricerca di persone disperse, il numero unico da comporre per la chiamata sull’intero territorio nazionale è il 118 (in attesa che venga recepita la direttiva europea del numero unico europeo di emergenza 112, oggi attivo sperimentalmente solo in alcune zone).
Per concludere, è bene liberare il campo da qualsiasi malinteso: la montagna non è mai assassina e mai è da criminalizzare. Fatto salvo gli eventi imponderabili, che alcune volte hanno coinvolto anche grandi alpinisti, sono le persone che spesso dimostrano superficialità e presunzione. La montagna, se affrontata con la giusta predisposizione, in tutte le sue forme ed in tutte le stagioni è semplicemente meravigliosa.
Elio Guastalli
Tecnico del Soccorso Alpino e responsabile SICURI in MONTAGNA del C.N.S.A.S.