Ritmi circadiani protagonisti del Nobel per la medicina 2017. Il premio assegnato agli scopritori dei meccanismi molecolari che regolano il nostro orologio biologico interno
Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash and Michael W. Young sono i vincitori del premio Nobel per la medicina 2017. A loro il merito di aver scoperto i meccanismi molecolari che regolano i ritmi circadiani. E' con questa motivazione che la giuria del Premio del Karolinska Institute di Stoccolma ha assegnato il Nobel numero 108. Una scoperta datata 1984, anno in cui gli scienziati riuscirono ad identificare il gene "Period" responsabile della regolazione dell'orologio interno della Drosophila melanogaster, il moscerino della frutta. Ma la scoperta del gene fu solo il primo tassello: ai tre vincitori va dato il merito di aver compreso i fini meccanismi che regolano l'attività di questo gene.
I RITMI CIRCADIANI SONO REGOLATI DALL'OROLOGIO BIOLOGICO INTERNO ALLE CELLULE
Ogni essere vivente ha al suo interno una sorta di orologio biologico che gli permette di regolare le proprie attività in base al ritmo della giornata. Il corpo umano, ma anche quello di moltissimi animali, è soggetto ai ritmi circadiani. Questi sono cicli compresi tra le 20 e le 28 ore che coinvolgono processi fisiologici del nostro organismo come la regolazione della temperatura, la secrezione ormonale e il ciclo sonno-veglia. Il primo a intuire che i ritmi osservati potessero derivare da un qualche fattore interno fu lo scienziato francese Jean-Jacques d'Ortous de Mairan che, nel 1729, notò che i modelli di 24 ore nei movimenti delle piante continuavano anche quando queste venivano tenute in condizioni di buio costante.
Ma se quella dello scienziato francese è stata una pura intuizione, ai tre scienziati premiati con il Nobel va il merito di aver isolato -utilizzando il moscerino della frutta ma il sistema è identico in molte altre specie compreso l'uomo- il gene capace di controllare il nostro orologio biologico interno. In particolare i tre hanno dimostrato che il gene Period è in grado di produrre una proteina che si accumula nella cellula durante la notte e poi viene degradata durante il giorno. Successivamente i vincitori hanno individuato ulteriori componenti proteici che regolano l'espressione di questo gene chiarendo in che modo la cellula e di conseguenza il corpo seguono il ritmo giorno-notte. Scoperte di fondamentale importanza per lo studio di fenomeni come il jet-lag e l'insorgenza di malattie dovute ad uno squilibrio del ritmo sonno-veglia.LE EDIZIONI PRECEDENTI
Un edizione questa del 2017 che premia dunque la scoperta di un meccansimo molecolare. Gli ultimi premi Nobel invece si erano concentrati sui meccanismi di funzionamento del cervello, sulle terapie contro i parassiti e sulle modalità con cui la cellula ricicla i materiali di scarto. Nel 2014 fu la volta di John O'Keefe e dei coniugi May-Britt ed Edvard Moser. A loro il merito di aver scoperto quel gruppo di cellule, le cellule griglia, che ci permette di orientarci nello spazio dimostrando così una base cellulare per le funzioni cognitive più elevate. Nel 2015 è toccato a William Cambell, Satoshi Omura e Youyou Tu: ai primi due per aver scoperto una molecola attiva contro i vermi parassiti, alla seconda per i pioneristici studi sull’artemisina, uno dei primi farmaci antimalarici. Nel 2016 è stata la volta di Yoshinori Ohsumi per essere riuscito a descrivere il processo di autofagia, quel complesso meccanismo cellulare che porta all’eliminazione e al riciclo di molte componenti all’interno del nostro corpo.
CURIOSITA' SUI NOBEL IN MEDICINA
Il primo premio Nobel per la medicina viene assegnato nel 1901 a Emil Adolf von Behring per i suoi studi sulla sieroterapia ed in particolare per la sua applicazione contro la difteriteCon quello assegnato oggi sono 108 i Nobel per la medicina assegnati nella storia del premio
Negli ultimi anni la tendenza è stata quella di assegnare i premi Nobel per la medicina a più persone contemporaneamente. Sono solo 39 su 108 i Nobel assegnati ad una sola persona. In totale, ad oggi, sono 214 gli scienziati che hanno ricevuto il Nobel in questione
Sono solo 12 le donne che hanno ricevuto il premio
Il più giovane Nobel per la medicina è Frederick G. Banting. Nel 1923, all'età di 32 anni, vinse il premio per avers coperto l'esistenza dell'insulina
Il più vecchio scienziato a ricevere il Nobel fu Peyton Rous nel 1966. Lo vinse alla veneranda età di 86 anni
Nel 2011 il Nobel è stato assegnato a Ralph Steinman (uno dei tre vincitori di quell'anno) ma lo scienziato era deceduto un paio di giorni prima. La notizia del decesso non era ancora giunta al comitato per l'assegnazione del premio. Il regolamento parla chiaro: la vittoria viene assegnata solo a persone ancora in vita. In questo caso venne fatta un'eccezione
Il mese migliore per nascere ed avere la speranza di vincere il premio è giugno. L'età media è di 58 anni
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.