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Daniele Banfi
pubblicato il 05-10-2015

Lotta ai parassiti e alla malaria: ecco i Nobel 2015



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Il riconoscimento all’irlandese William Campbell, al giapponese Satoshi ?mura e alla cinese Youyou Tu. Grazie ai farmaci da loro sviluppati è stato possibile salvare milioni di vite

Lotta ai parassiti e alla malaria: ecco i Nobel 2015

William Cambell, Satoshi Omura e Youyou Tu sono i 106esimi vincitori del premio Nobel per la Medicina. Un Nobel, come spesso accade, assegnato a metà: ai primi due per aver scoperto una molecola attiva contro i vermi parassiti, alla seconda per i pioneristici studi sull’artemisina, uno dei primi farmaci antimalarici.

 

SCOPERTE A PARTIRE DALLA NATURA

Il regolamento del prestigioso riconoscimento parla chiaro: ciò che si premia è la persona che ha contribuito con la sua scoperta ad apportare considerevoli benefici all'umanità. Nel caso dei tre obbiettivo centrato in pieno. Con le loro scoperte hanno contribuito a salvare milioni di vite. Filo conduttore del premio di quest’anno è l’osservazione della natura: entrambe le molecole che hanno cambiato il corso della storia di malaria e malattie da parassiti sono state sviluppate partendo da sostanze già presenti in natura.

 

UNA FARMACIA CHIAMATA STREPTOMICES

I medici la chiamano filiariasi linfatica. I più, quando la conoscono, elefantiasi. Colpisce oltre 100 milioni di persone al mondo, in particolare quelle che vivono nelle aree in via di sviluppo. Si tratta di una malattia causata da vermi parassiti –i nematodi- capaci di “nascondersi” e completare il ciclo riproduttivo a livello degli arti inferiori. Sebbene si tratti di una malattia raramente fatale la filariasi può provocare un'importante invalidità in chi ne è affetto con gravi ripercussioni di tipo sociale ed economico.

Dopo la lebbra, nel mondo, sono la seconda causa di invalidità permanente. Per anni contro questi parassiti c’è stato poco da fare. Grazie all’irlandese Cambell e al giapponese Omura la storia è cambiata: osservando alcuni microrganismi del genere Streptomices che vivono nelle piante di soia i due sono riusciti ad isolare un composto particolarmente attivo contro i parassiti. Molecola che con il tempo –e opportune piccole modifiche nella struttura- è diventata la capostipite nel trattamento delle infezioni da vermi che colpiscono sia gli uomini sia i capi d’allevamento.

 

UN ESTRATTO VEGETALE PER LA MALARIA

Sulla malaria c’è molto da dire. La malattia, provocata da quattro differenti tipologie di plasmodio, secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità causa circa 500 mila morti ogni anno, l’80% dei quali sono bambini sotto i 5 anni. Qualche mese fa L’EMA, l’Agenzia Europea del Farmaco, ha approvato la commercializzazione del primo vaccino al mondo diretto contro la malaria.

Ma prima di arrivare a questo risultato (l’efficacia del vaccino è ancora parziale, funziona in circa il 47% dei casi) per decenni gli scienziati hanno cercato molecole utili per trattare la malattia. Uno di essi, la cinese Youyou Tu, ha rivoluzionato le cure: a lei il merito di aver isolato l’artemisina, un potente inibitore della crescita del plasmodio, direttamente dalla pianta di Artemisia annua. Il farmaco studiato permetta una riduzione dei casi di malaria del 20% e del 30% nei bambini, cifre che in Africa significano 100 mila vite salvate ogni anno. Una molecola che ad oggi, oltre che nel trattamento della malaria, è studiata come antitumorale.

 

@danielebanfi83

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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