Il dispositivo servirà a insegnare ai non vedenti come percepire concetti grafici astratti con il tatto
Potrà avere il formato di un foglio A4, un po' più grande di quello di un Ipad, ma sarà dotato, sulla superficie, di una griglia di stimolatori tattili utile per insegnare ai bambini ipovedenti o non vedenti la matematica e agli adulti mappe di ambienti non noti. Un prototipo di questo dispositivo digitale sarà disponibile fra tre anni, al termine del progetto europeo coordinato dall’Istituto Italiano di tecnologia (IIT) e che coinvolge laboratori, aziende e centri di riabilitazione in Italia, Svizzera, Germania, Ungheria e Polonia.
IL PROGETTO
Si chiama ‘BLINDPAD’ (Personal Assistive Device for BLIND and visually impaired people) e nelle aspettative dei ricercatori potrà consentire alle persone con disabilità visiva di relazionarsi in maniera più concreta con la popolazione vedente, apprendendo concetti grafici semplici come le forme geometriche o mappe stilizzate. Concetti, cioè, che sono di difficile acquisizione per chi soffre di gravi problemi alla vista. «Non possiamo promettere che alla fine del progetto avremo un tablet, come quelli in commercio per non vedenti – dichiara Luca Brayda, ricercatore all’IIT di Genova e coordinatore del progetto – poiché il processo richiede tempo sia per la costruzione, sia per la verifica, ma contiamo di disporre di un prototipo usabile».
Il dispositivo avrà una superficie ampia, tale da permettere il contatto di entrambe le mani. «Lo schermo sarà dotato di una serie di cellette vicine tra loro e poste in rilievo a due diverse altezze – continua il ricercatore - strutturate in modo che la persona che le tocca abbia un facile accesso a informazioni tattili essenziali e sufficienti per comprendere un elemento grafico».
OBIETTIVI
Due sono gli obiettivi dello studio: sul fronte sociale sperimentare insieme ai non vedenti il modo migliore per insegnare concetti grafici convenzionali (come quello della forma geometrica o della localizzazione della porta in una stanza) e favorirne così un migliore vissuta della quotidianità, e su quello tecnologico produrre una griglia di stimolatori ottimali dal punto di vista dell’efficacia, e in prospettiva dei consumi, dei costi e del peso.
«La sperimentazione – conclude Luca Brayda - avverrà in centri di riabilitazione dove il dispositivo sarà testato in ambienti dedicati. Ciò consentirà di interagire con lo strumento in modo controllato, eseguendo anche test per capire le sensazioni suscitate dal contatto del dispositivo con le dita». Fine ultimo del progetto? «Valutare se lo strumento potrà essere utilizzato come ausilio nell’insegnamento delle discipline scientifiche ai più giovani e per favorire la mobilità in autonomia dell’adulto.