Nonostante la terribile caduta di ieri, il casco rimane il mezzo di protezione che ogni ciclista dovrebbe indossare ogni volta che sale sulle due ruote. Attenzione ai materiali, fidarsi solo dei prodotti certificati
Nonostante la terribile caduta di ieri, costata la vita al ciclista Wouter Weylandt (nella foto), il casco rimane il mezzo di protezione che ogni ciclista dovrebbe indossare ogni volta che sale sulle due ruote. Attenzione ai materiali, fidarsi solo dei prodotti certificati
Questa volta il casco ha potuto fare davvero poco. L'impatto, tremendo per la violenza con la quale è avvenuto, ha strappato per sempre alla vita terrena Wouter Weylandt, ciclista belga della Leopard-Trek. Quello del giovane corridore pare un destino segnato. Esattamente un anno fa, proprio sulle strade del Giro, vinceva la sua prima tappa in una competizione importante come quella italiana. Oggi invece la morte. E dire che il ciclista belga non doveva nemmeno essere al Giro quest'anno ma all'ultimo momento, complice la defezione di un compagno di squadra, era stato scelto come sostituto. Weylandt è solo l'ultimo delle vittime di uno sport tanto stupendo quando spietato. Le terribili immagini viste ieri pomeriggio non potevano non riportarci con la mente ad un'altra tragedia, quella dell'italiano Fabio Casartelli al Tour de France del 1995. Era il 18 luglio quando, complice una discesa tecnica e molto pericolosa, morì sbattendo la testa, priva di casco, contro una delle protezioni in cemento a bordo strada.
CASCO OBBLIGATORIO- Con la tragica vicenda di Casartelli iniziò, da parte dell'Unione Ciclistica Internazionale, una seria riflessione sulla possibilità di obbligare i ciclisti ad indossarlo durante tutte le gare professionistiche. E così avvenne. Inizialmente, dal 1995 al 2006, ai corridori fu consentito di liberarsi del casco solo durante quei pezzi di percorso che prevedevano salita. Dal 2006 in poi invece, l'obbligo del casco è diventato tassativo.
RISCHI PER I CICLOAMATORI- Anche se i cicloamatori, o semplicemente le persone che si recano al lavoro o fare la spesa non raggiungono le velocità dei professionisti né percorrano strade troppo impervie, l'utilizzo del casco rimane fondamentale per evitare di farsi davvero male. Un cane che attraversa la strada, delle foglie bagnate sul percorso, i binari del tram o più semplicemente delle buche coperte di acqua sono solo alcune delle situazioni potenzialmente pericolose. Per queste ragioni il casco rappresenta una forma di protezione in grado di minimizzare al massimo le conseguenze di una caduta. Tutto ciò dovrebbe essere tenuto bene in mente perchè spesso, la tendenza a non utilizzarlo, è frutto di futili motivi come il fastidio, la mancanza di traspirazione, l’ingombro quando non è indossato o il look poco accattivante.
FUNZIONE DEL CASCO- Anche se ieri sciaguratamente il casco ha potuto fare davvero poco contro il violento impatto, indossarlo evita che il bilancio delle morti ciclistiche assuma grandi proporzioni. La sua funzione è infatti quella di proteggere la scatola cranica dagli urti. Ciò avviene in due modi: la prima è quella di distribuire in maniera uniforme l'energia dell'impatto con il terreno su una superficie il più ampia possibile. Ciò infatti evita che l'urto avvenga in maniera violenta concentrato in un solo punto della testa; la seconda invece è quella di trasformare l'energia della caduta in deformazione del casco. Quest'ultimo è un punto fondamentale perchè il materiale con cui è costruito , assorbendo l'energia dell'impatto sotto forma di deformazione, evita il trasferimento diretto di quell'energia che altrimenti andrebbe a scaricarsi sul cranio.
OMOLOGAZIONE- Quando è il momento di scegliere un casco un'attenzione particolare dobbiamo porla all'omologazione. Essa richiede che l'indumento protettivo passi numerosi test che ne verifichino l'effettiva efficacia. Per quanto riguarda il nostro continente, l'Europa, le norme in materia di omologazione sono assai rigide. Il consiglio è quello dunque di comprare sempre caschi in cui sia ben visibile il marchio CE, simbolo che sta ad indicare la conformità alle specifiche emesse dalla Comunità Europea.
Daniele Banfi