Mai perdere di vista la cute sotto i tattoo è il primo consiglio degli esperti. Attenzione a nei, radiazioni UV e reazioni allergiche
È una moda corporale dilagante, anche in Italia. I tatuaggi di ogni foggia, dimensione e colore, arrivati dall’America, vengono indossati da un numero crescente di persone: oltre un milione e mezzo gli amanti della body art, solo in Italia, secondo le ultime stime dell’Istituto Superiore di Sanità, con punte quasi dell’8% del totale fra i ragazzi tra i 12 e i 18 anni. Una “epidemia” che oltreoceano ha spinto l'American Academy of Dermatology a stilare le prime linee guida per la manutenzione dei tattoo in salute, con qualche indicazione (e attenzione) anche per la pelle.
PELLE PIU’ A RISCHIO
Dolore e aumentate probabilità di sviluppare patologie cutanee: sono gli effetti collaterali dei tattoo. «In taluni casi - spiegano dall’America - la luce UV può reagire con gli inchiostri e provocare una reazione cutanea dolorosa e quando si sceglie di incidere un nuovo tatuaggio, meglio farlo su un lembo di pelle in cui non siano presenti dei nei perché il disegno potrebbe rendere più difficile la diagnosi di qualche eventuale anomalia della cute».
IN ITALIA SI DICE CHE…
I tattoo vanno sempre tenuti sott’occhio e non certo per mantenere viva la brillantezza dei colori, ma perché imprimere un disegno sulla pelle, con ago e inchiostro (specie se di colore rosso), può sortire degli effetti spiacevoli sulla salute, più o meno importanti. «Se la pelle disegnata cambia aspetto, nelle prime settimane come a distanza di anni - raccomanda Enzo Berardesca, direttore del dipartimento di dermatologia clinica dell’Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma - meglio sottoporsi a una visita specialistica, perché potrebbe essere un segnale di una reazione allergica acuta o tardiva alle componenti dei prodotti. Questa, evolvendo, può dare adito anche a esiti importanti come edemi (gonfiori) delle estremità degli arti o dei linfonodi prossimi al disegno, herpes, dermatite da contatto acute, ematomi e porpora e svariate altre manifestazioni». A ogni “reazione” dovrà seguire la sua terapia, concordata ad hoc con lo specialista.
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