Maschi, ecco come potete prevenire impotenza, infertilità e malattie sessuali: dite no a fumo, troppo alcol, droghe e sostanze dopanti
Oggi il Giro arriva nel Lazio, sede della Società Italiana di Andrologia. Per questa ragione parliamo di prevenzione al maschile: ecco come poter prevenire impotenza, infertilità e malattie sessuali. Basta dire no a fumo, troppo alcol, droghe e sostanze dopanti
In medicina la prevenzione ha il fine di promuovere la salute e il benessere individuale e collettivo. In andrologia questo significa tutelare la salute sessuale e riproduttiva maschile, in tre mosse: individuazione precoce di anomalie a livello dell’apparato genitale, che sono in grado di influenzare negativamente la fertilità e la sfera sessuale nell’età adulta; informazione sulle malattie sessualmente trasmesse e sulle tecniche grazie alle quali è possibile prevenire il contagio; conoscenza di quegli stili di vita che hanno effetti negativi sulla funzione dell’apparato riproduttivo.
I fattori ambientali potenzialmente dannosi sono sostanze chimiche come il DDT o pesticidi, le polveri sottili, il piombo e l’ossido di carbonio presenti nell’aria e in molti cibi, che possono aumentare il rischio di malformazioni, tumori e alterare la qualità del liquido seminale. Comportamenti sessuali scorretti (legati a rapporti occasionali e senza l’uso del preservativo), il sovrappeso, oppure l’uso di alcol, fumo, droghe e sostanze dopanti sono responsabili di una riduzione della fertilità maschile, alterano la sintesi degli ormoni sessuali e aumentano i rischi di sviluppare disfunzione erettile in futuro.
Non tutti sanno, poi, che la gonade maschile attraversa dall’epoca intrauterina un processo di sviluppo delicatissimo e che per questo la maggior parte delle patologie maschili ha dall’esposizione a sostanze dannose durante le prime fasi della vita o da comportamenti scorretti acquisiti nell’infanzia e adolescenza.
Nella pratica clinica esiste un’età ottimale per la diagnosi precoce di ogni patologia. Al momento della nascita le anomalie genetiche eventualmente presenti possono interessare i testicoli o l’asta. Per questo la prima visita andrologica andrebbe fatta nei bambini.
Durante la pubertà e l’adolescenza con la prevenzione secondaria è necessario verificare che non ci siano alterazioni dello sviluppo ed escludere la presenza di anomalie scrotali o del pene, legate ad eventuali patologie (come il varicocele, il tumore testicolare, il recurvatum congenito del pene) o a malattie sessualmente trasmissibili.
Anche in questo caso è importante fare una visita andrologica, che non differisce sostanzialmente da una normale visita medica: si raccolgono informazioni sullo stato di salute del paziente e sulle malattie pregresse, si fa una visita clinica e si ricorre, se serve, eventuali accertamenti diagnostici strumentali (esempio ecografie, esami di laboratorio od altro).
La prevenzione maschile può ridurre del 50 per cento l’insorgenza delle patologie andrologiche e delle complicanze ad esse associate. Per questo motivo la figura dell’andrologo dovrebbe essere equiparata a quella del ginecologo per le donne (da vedere almeno una volta all’anno), evitando così che le problematiche vengano affrontate sempre e solo quando diventano eclatanti. In Italia, nello specifico, si è registrato negli ultimi anni un preoccupante incremento delle affezioni andrologiche probabilmente proprio a causa della scarsa prevenzione e dell’abolizione della visita di leva, che in passato costituiva una forma di screening su larga scala.
Tra le malattie più frequenti ci sono il criptorchidismo (3-5 per cento dei bambini nati a termine) e la fimosi in età infantile. In età giovanile i tumori del testicolo, che colpiscono i giovani tra i 15-20 e i 35-40 anni e il varicocele (interessa 10-20 per cento dei ragazzi).
Le malattie sessualmente trasmissibili, poi, colpiscono ogni anno 350 milioni di ragazzi nel mondo (senza considerare l’HIV) e una delle categorie più a rischio nel mondo è proprio quella dei giovani adolescenti. C’è poi l’infertilità che, secondo l’Organizzazione Mondiale di Sanità, riguarda circa il 15 per cento delle coppie in età riproduttiva nei Paesi occidentali e nel 35 per cento delle coppie si riconosce un fattore maschile. Disturbi legati alla sfera della sessualità, infine, quali disfunzione erettile ed eiaculazione precoce riguardano circa 5 milioni di italiani.
Il trattamento per i vari disturbi può essere medico (con farmaci) o chirurgico a seconda dei casi, ma ciò che importa è affidarsi sempre a mani esperte e competenti.
Andrea Lenzi
andrologo, Direttore del Dipartimento di Fisiopatologia Medica, Università di Roma La Sapienza
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