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Alimentazione
Cinzia Pozzi
pubblicato il 22-05-2013

L'ipotiroidismo va curato senza fretta



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Due pazienti su tre non rispettano i tempi di somministrazione della terapia ormonale sostitutiva, pregiudicandone l’efficacia. La colpa è della fretta mattutina. Per prevenire il deficit tiroideo è importante lo iodio

L'ipotiroidismo va curato senza fretta

Seguire le indicazioni del medico, nei tempi e dosaggi prescritti, è essenziale per ottenere beneficio da una terapia ma non tutti i pazienti si dimostrano scrupolosi. In termini di compliance, ovvero l’aderenza alla terapia, i pazienti che soffrono di ipotiroidismo, un deficit ormonale che riduce la normale attività della tiroide, sono piuttosto indisciplinati: secondo quanto riporta una recente indagine Doxa, infatti, due ipotiroidei su tre ammettono di faticare a seguire correttamente la terapia ormonale sostitutiva a base di levotiroxina, un analogo dell’ormone tiroideo mancante. Eppure la cura è semplice: basta una dose al giorno, assunta correttamente 30 minuti prima di colazione, per recuperare uno stato di salute soddisfacente nel 90% dei casi e alleggerire il peso della malattia. Allora perchè tanti pazienti non si curano bene? 

LA FRETTA AL MATTINO - La risposta ha poco di scientifico: la fretta di uscire di casa al mattino, per andare al lavoro o a scuola. La maggior parte degli ipotiroidei sottovaluta le indicazioni del medico e non aspetta un tempo sufficiente dall’assunzione del farmaco prima di prendere brioche e cappuccino. La levotiroxina, come molti altri farmaci in compresse, è assorbita nell’intestino tenue e risente, quindi, dell’interferenza con il cibo se viene ingerito prima che l’assorbimento della dose terapeutica sia completato. Per facilitare i pazienti, la terapia è stata ora resa disponibile anche in forma liquida per via orale: viene assorbita rapidamente, già dopo pochi minuti, ed è meno sensibile all’interferenza con il cibo.

INTESTINO SANO - Non è solo la fretta, cattiva consigliera, ma anche la salute dell’intestino a determinare il successo della cura. «Vi sono malattie che alterano la secrezione gastrica, come una gastrite atrofica su base autoimmune o correlata a H.pylori, o patologie del tratto intestinale, quali morbo celiaco, parassitosi. L’assorbimento dei farmaci può essere modificato anche da condizioni non patologiche come l’utilizzo di alcuni farmaci antiacidi, ipolipemizzanti e sequestratori degli acidi biliari, estrogeni, oppure da gravidanza e aumento di peso», afferma Antonio Gasbarrini, professore di Gastroenterologia dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma. Gli ipotiroidei devono prestare attenzione anche a cosa mangiano. Ancora una volta è la colazione a dare più problemi: il classico menù del mattino che comprende, oltre al caffè, i cereali e il sempre più popolare latte di soia, ricchi di fibre, interferisce con l’assorbimento intestinale del farmaco.

SERVE IODIO

In situazioni patologiche la tiroide può funzionare troppo o troppo poco, secernendo quantità alterate di ormoni tiroidei, indispensabili per il corretto funzionamento di cuore, circolazione, sistema nervoso, apparato digerente, muscoli e apparato riproduttivo. In occasione della settimana dedicata alla tiroide, dal 18 al 25 maggio, gli specialisti puntano sulla prevenzione. «Per funzionare bene la tiroide ha bisogno di iodio e nei casi di insufficiente apporto di questo elemento si possono avere manifestazioni cliniche diverse quali l’aumento del volume della tiroide, più noto come gozzo, e la formazione di noduli tiroidei», spiega Paolo Vitti, segretario generale dell’Associazione Italiana della Tiroide. Come assicurarsi iodio a sufficienza? Un’alimentazione varia e bilanciata e l’uso di sale iodato a tavola bastano a mantenere la tiroide in salute.

 


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