Scarsa igiene orale, cattiva alimentazione e poca attenzione alla prevenzione sono i fattori scatenanti di alitosi e carie, in crescita fra gli italiani. Ecco dagli esperti i consigli alimentari per prevenire queste problematiche, facilmente evitabili
Italiani rimandati alla prova del ‘sorriso sano’. Secondo una recente indagine condotta su un vasto campione di popolazione, uomini e donne in eguale misura, conoscono poco le regole base e le pratiche quotidiane della ‘buona’ igiene orale: trascurano regolari controlli e pulizia di denti, gengive, lingua e mucose. Le conseguenze? L'accumulo di residui alimentari e la formazione di placca e tartaro, responsabili di smalto rovinato e macchiato, aumento delle carie, delle malattie parodontali e dell’alitosi.
LE CAUSE
Non è solo questione di utilizzare poco lo spazzolino. L’alito cattivo (alitosi), prodotto da processi di decomposizione batterica che sviluppano composti volatili dello zolfo, può essere anche spia di infezioni respiratorie (10-20% dei casi), reflusso gastro-esofageo, stati febbrili, di un elevato consumo di alcol, di un digiuno prolungato, di farmaci che causano una reazione ‘cattiva’ a contatto con i cibi o ancora di una scorretta alimentazione ricca di cibi dai sapori forti quali aglio, cipolla, porri e alcune spezie. In ogni caso, le cause sono spesso orali, quindi espressione di malattie dei denti o delle gengive.
LA PREVENZIONE
L’alitosi, dicono gli esperti, non è una malattia ed è ‘curabile’, ma soprattutto prevenibile con l’adozione di un cocktail di buoni comportamenti che si affiancano all’igiene della bocca e alla dieta. Ecco i consigli per avere sempre un fiore in bocca:
- Effettuare regolari controlli del cavo orale dall’odontoiatra di fiducia, per eliminare ogni patologia
- Evitare, o limitare, gli alimenti alitogeni e ridurre alcol e abolire il fumo
- Consumare di preferenza cibi integrali, frutta e verdura soprattutto cruda
- Fare pasti regolari, masticando bene e a lungo
- Bere molta acqua, frazionandone il consumo in tutto l’arco della giornata
- Integrare i liquidi a fine pasto con delle tisane carminative, a base di semi di finocchio o di anice, non zuccherate che possono aiutare a contrastare l’alitosi di tipo gastro-esofagea.
Oltre a generare l’alitosi, una cattiva igiene orale può essere anche responsabile della formazione della carie che, a lungo, provoca la distruzione e decalcificazione progressiva (più o meno rapida) dei tessuti duri del dente, in particolare lo smalto (quello che ricopre la corona del dente) ed il cemento (quello che invece ricopre la radice).
I FATTORI DI RISCHIO
La formazione delle carie dipende da diversi fattori fra cui la flora batterica, i substrati utilizzati dai microrganismi, il tempo. Ad essi si aggiungono:
- Alimentazione: le sostanze nutritive preferite dai batteri del cavo orale, dicono gli esperti, sono gli zuccheri che vengono utilizzati per produrre acidi (in particolare acido lattico) con una conseguente riduzione del pH sulla superficie del dente, la demineralizzazione dello smalto e, di conseguenza, la formazione della carie. Sono pertanto da evitare il più possibile cibi di consistenza gommosa o viscosa per la loro permanenza prolungata in bocca o l’adesività ai denti. Maggiore è la consistenza e la granulosità dell’alimento, minore è il potere cariogeno. Ogni volta che assumiamo del cibo abbassiamo il pH orale e, di conseguenza, esponiamo lo smalto all’attacco dei batteri: è importante dunque non assumere nulla (a parte l’acqua) oltre la colazione, i due pasti principali ed i due spuntini fuori pasto.
- Stati fisiologici: la gravidanza, durante la quale si verificano delle alterazioni della saliva o si hanno maggiori difficoltà a effettuare una corretta igiene orale per la presenza di gengiviti, e l’allattamento sono i due momenti di più probabile sviluppo di carie nella donna.
- Stati psicologici: tutte le patologie o condizioni che portano a una scarsa igiene orale e a un tardivo ricorso alle cure odontoiatriche ne favoriscono l’insorgenza.
- Riduzione del flusso salivare: la presenza di questo disturbo rende più difficile l’eliminazione dei batteri e di residui di cibo che si depositano e permangono nel cavo orale e rende la capacità della saliva di mantenere il pH corretto.
CONSIGLI UTILI
Oltre ad attenersi alle regole di una corretta igiene orale (controlli periodici, profilassi, pulizia) e a una sana alimentazione, gli esperti raccomandano anche:
- dopo un pasto, se non è possibile lavarsi i denti, almeno utilizzare prodotti con bicarbonato (per alzare il pH della saliva) e masticare gomme senza zucchero o con xilitolo;
- di non sorseggiare a lungo bevande acide o dolci né di mangiare di continuo cibi contenenti zucchero per evitare ripetute esposizioni a sostanze dannose per i denti (come sono appunto gli acidi e gli zuccheri);
- se si fa uno spuntino di scegliere di preferenza alimenti quali il formaggio, verdure crude, yogurt naturale, un frutto;
- di consumare dolci e caramelle a fine pranzo poiché durante un pasto completo viene prodotta una maggiore quantità di saliva che aiuta a rimuovere il cibo dalla bocca, riducendo gli effetti degli acidi.
Testo di Francesca Morelli
Consulenza: Professor Luca Levrini, Scuola di Medicina, Università degli Studi dell’Insubria-Varese, presidente corso di laurea in igiene dentale