Ricoveri più brevi e meno complicanze: la nutrizione perioperatoria è una componente chiave di una chirurgia efficace, soprattutto nei pazienti più fragili
Chiunque abbia affrontato un intervento chirurgico per un tumore, o abbia sostenuto un proprio caro in questo percorso, sa bene quanto sia impegnativo il percorso. Non solo dal punto di vista emotivo e psicologico, ma anche fisico, con la gestione della nutrizione che diventa centrale prima, durante e dopo l’operazione. Il supporto nutrizionale dovrebbe, infatti, essere una parte essenziale della cura perioperatoria, ma non sempre accade.
La nutrizione cruciale per i pazienti
Perdere chili senza volerlo e non riuscire più a ritornare al peso di prima; fare fatica a mangiare e bere, perdere l’appetito e il gusto; i muscoli che non trovano la forza e tutto che diventa difficile dopo l’intervento: situazioni che accadono a causa della malattia, dei trattamenti preoperatori come la chemioterapia e della chirurgia stessa, che può influenzare la capacità del corpo di assorbire i nutrienti e provocare ulteriori complicazioni. Questa fragilità nutrizionale trasforma il recupero in una strada in salita e può anche aumentare il rischio di complicanze post-operatorie come infezioni, ferite che tardano a guarire e un prolungato ricovero ospedaliero.
Gli interventi più impegnativi
Ci sono alcuni tipi di intervento, come quelli che coinvolgono il tratto gastrointestinale, il pancreas o l’esofago, che rappresentano sfide particolari sul piano della nutrizione, poiché toccano direttamente organi essenziali per la digestione e l’assorbimento dei nutrienti. Ma ci sono dati significativi da studi su persone con tumori dell’ovaio, del rene, dell’area testa-collo. Ad esempio, un recente lavoro dei ricercatori del Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles ha mostrato come tra i pazienti trattati e operati per un tumore dell’area testa-collo meno della metà riesce a recuperare il peso perduto dopo radio, chemioterapia e chirurgia. E questo aspetto è associato a migliori prospettive di sopravvivenza, così come lo è la presenza di una consulenza nutrizionale. Ci sono persone più vulnerabili, gli anziani in primis, ma la capacità di nutrirsi in modo adeguato fa la differenza per tutti i malati in cura.
Qualche dato europeo
Un’indagine condotta dalla Società europea di chirurgia oncologica (ESSO) nel 2021 ha raccolto dati da 156 chirurghi in 39 paesi, Italia compresa. Su una media di 22-23 pazienti operati ogni mese, appena il 38 per cento del totale veniva coinvolto in una valutazione nutrizionale di routine, mentre oltre la metà era considerata a rischio malnutrizione. A vedere un dietista era il 49 per cento dei pazienti e, per oltre la metà dei casi di malnutrizione severa, si è considerato di posticipare l’operazione.
Un aiuto dai protocolli di preparazione
Ecco perché è importante affrontare l’intervento chirurgico in uno stato di nutrizione ottimale, e quindi agire per tempo. Oggi esistono diversi protocolli di preparazione che puntano a migliorare i risultati della procedura e la qualità di vita dei malati, con una valutazione nutrizionale ben fatta, accorgimenti dietetici, consigli mirati e l’eventuale ricorso ad integrazione con supplementi nutrizionali specifici (la cosiddetta immunonutrizione preoperatoria). Fra i più raccomandati dalle società scientifiche vi è il protocollo ERAS.
Che cos’è il protocollo ERAS?
Il protocollo ERAS (Enhanced Recovery After Surgery) è un insieme di linee guida internazionali che mira a ottimizzare il recupero dei pazienti sottoposti a chirurgia. Questo approccio integrato ha l’obiettivo di ridurre il tempo di degenza ospedaliera e migliorare gli esiti clinici. Tra gli aspetti principali prevede:
- la preferenza per approcci mininvasivi, come la chirurgia laparoscopica o robotica la gestione del dolore e della nausea
- la mobilizzazione precoce, incoraggiando i pazienti ad alzarsi e muoversi il prima possibile dopo l'intervento, anche per ridurre il rischio di complicanze come trombosi venosa profonda
- la nutrizione ottimizzata, con l’obiettivo di mantenere o migliorare lo stato nutrizionale del paziente, limitando il digiuno preoperatorio e promuovendo un'alimentazione precoce post-operatoria; particolare attenzione va dedicata ai pazienti a rischio malnutrizione e ai casi in cui l'intervento comporta alcuni giorni di digiuno
- il ricorso ai cosiddetti "immunonutrienti" (ad esempio arginina, omega-3, nucleotidi e glutamina) ovvero composti che hanno un’azione positiva sulla risposta immunitaria e sull’infiammazione, contribuendo nei pazienti più fragili a ridurre il rischio di infezioni post-operatorie e a favorire una guarigione più rapida.
Che cosa fare prima dell’intervento: consigli pratici
Che cosa è utile sapere prima dell’appuntamento con la sala operatoria? In generale un piano nutrizionale personalizzato e la presa in carico da un team multidisciplinare di specialisti (chirurghi, anestesisti, nutrizionisti, fisioterapisti e infermieri) sono fra gli interventi più efficaci per preparare il paziente oncologico alla chirurgia. Inoltre, compatibilmente con le condizioni fisiche, è utile adottare un regime di esercizio fisico moderato, in modo da migliorare la forza muscolare e la capacità respiratoria, alleati altrettanto fondamentali per un recupero più rapido.
Fonti
ESPEN practical guideline: Clinical nutrition in surgery, Clinical Nutrition, 2021
Pre-Operative Malnutrition in Patients with Ovarian Cancer: What Are the Clinical Implications? Results of a Prospective Study, Cancers, 2024
Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.