Cambiano le regole di gestione dei casi positivi e dei loro contatti stretti. I vaccinati rimangono a scuola e si potranno usare i test antigenici fai da te
Una rivoluzione, nel vero senso del termine. Si passa dalla DAD e quarantena per tutti, all’auto sorveglianza per i vaccinati e guariti e la DAD per tutti gli altri. Si passa dal T0 e T5 per tutti, compresi gli asintomatici, ai test solo per chi presenta sintomi. Si va dalla richiesta del certificato ATS e del medico, alla sola richiesta del referto del tampone per poter rientrare a scuola. Uno spartiacque che va nella direzione, da una parte, di "premiare" chi si vaccina, e dall’altra di non appesantire la situazione per i bambini più piccoli, per cui non sono ancora disponibili i vaccini. Ma la vera novità sono i test per certificare la negatività: per chi è in auto sorveglianza (non per chi è in quarantena precauzionale) bastano anche i tamponi fai da te, in auto somministrazione. Quelli che si possono fare a casa. Quelli che fino a poche settimane fa non erano nemmeno nominabili.
Ma visto che la DAD rischia di far esplodere la scuola e le famiglie e visto che le ATS/ASL non riescono a gestire la mole enorme di test da fare, si è pensato bene di far usare alla popolazione vaccinata o guarita da meno di 120 giorni anche quelli in auto somministrazione. Che se sono positivi, ci azzeccano. Ma possono dare invece falsi negativi. Probabilmente, un falso negativo in un soggetto vaccinato è meno preoccupante che in uno non vaccinato, perché il primo rispetto al secondo contagia molto meno. L’antigenico segnala la positività in presenza di una forte carica virale, e può invece segnalare una negatività anche quando la carica virale è presente, ma in misura inferiore e quindi non la rileva. E nella giostra dei numeri e delle probabilità e sull’orlo di un collasso di tutto il sistema, sanitario e scolastico, evidentemente il CTS accetta di correre il rischio. Ma tende anche la mano alle famiglie e alle scuole, in un patto di co-responsabilità in cui tutti, dagli alunni, ai genitori, fino ai docenti, hanno un ruolo determinante nella gestione dei casi positivi a scuola.
AUTOSORVEGLIANZA, QUARANTENA PRECAUZIONALE ED ESENZIONE AL VACCINO
Per capire le nuove regole, che entreranno in vigore a partire dal prossimo 7 febbraio, bisogna rispolverare i concetti di auto sorveglianza, di quarantena precauzionale come specificati dal decreto-legge 33 del 2022 e l’esenzione dalla vaccinazione. L’ auto sorveglianza permette di continuare la didattica in presenza solo per chi ha completato il ciclo vaccinale primario, o ricevuto la dose di richiamo o è guarito da meno di 120 giorni. In questi casi occorre indossare la mascherina FFP2 fino al decimo giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto con soggetti confermati positivi e vi è l’obbligo di effettuare un test antigenico o molecolare alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell'ultimo contatto. Con le nuove regole appena approvate, per la prima volta, e solo per chi è in auto sorveglianza, si può usare il test antigenico autosomministrato e l’esito negativo è attestato tramite autocertificazione. Per intenderci: un alunno che presenti sintomi, se con il test antigenico fai da te risultasse negativo, potrebbe rientrare in classe con autocertificazione. La quarantena precauzionale di cinque giorni scatta per chi non ha completato il ciclo vaccinale o è guarito da più di 120 giorni. E cessa dopo cinque giorni se l’esito del test antigenico o molecolare è negativo, ma permane l’obbligo di indossare la mascherina FFP2 nei cinque giorni successivi. Per rientrare in classe occorre l’esito di un test negativo antigenico o molecolare svolto nei centri abilitati (no in autosomministrazione). L’esenzione da vaccinazione certificata consente, su richiesta dei genitori o dello studente, se maggiorenne, di continuare la didattica in presenza, sempre indossando le mascherine FFP2 come in autosorveglianza.
SERVIZI EDUCATIVI PER L'INFANZIA E SCUOLE DELL'INFAZIA STATALI E PARITARIE
Parliamo di nidi, micronidi, asilo, dove si accolgono bimbi tra i tre e i 36 mesi, e le scuole dell’infanzia (tra i tre e i sei anni):
- fino a quattro casi di positività accertati tra gli alunni presenti in classe, senza autosorveglianza ma l’obbligo in indossare la mascherina FFP2 vale solo per i maggiori di sei anni.
- con cinque o più casi di positività nella stessa sezione o gruppo classe, si va tutti in DAD per cinque giorni, vaccinati e non vaccinati. La sospensione delle attività avviene se l’accertamento del quinto caso di positività si verifica entro cinque giorni dall’accertamento del caso precedente.
SCUOLA PRIMARIA
- Fino a quattro casi di positività. L’attività didattica prosegue per tutti in presenza, con l’obbligo di indossare la mascherina FFP2 fino al decimo giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto con soggetti confermati positivi e di effettuare un test antigenico o molecolare alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell'ultimo contatto. In caso di test antigenico autosomministrato la negatività si può comunicare con autocertificazione.
- Con cinque o più casi. Quando il quinto caso di positività si verifica entro cinque giorni dall’accertamento del caso precedente la DAD e la quarantena precauzionale si attiva solo per chi non ha completato il ciclo di vaccinazione primaria o è guarito da più di 120 giorni. Gli altri alunni, compresi quelli che hanno un’esenzione da vaccinazione, possono continuare la didattica in presenza in regime di autosorveglianza.
SCUOLE SECONDARIE DI PRIMO GRADO, DI SECONDO GRADO E ISTITUTI PROFESSIONALI
- Con un caso di positività accertato tra gli alunni presenti in classe, l’attività didattica prosegue per tutti in presenza, con l’obbligo di indossare la mascherina FFP2 fino al decimo giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto con soggetti confermati positivi e di effettuare un test antigenico o molecolare alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell'ultimo contatto. In caso di test antigenico autosomministrato la negatività si può comunicare con autocertificazione.
- Con due o più casi. Se il secondo si verifica entro cinque giorni dall’accertamento del primo, scatta la DAD e la quarantena precauzionale per chi non ha completato il ciclo di vaccinazione primaria o è guarito da più di 120 giorni. Per gli altri si prosegue con il regime di autosorveglianza.
«Il cambio di passo va nella direzione giusta – ha commentato Susanna Esposito, professoressa ordinaria in pediatria dell’Università di Parma, direttrice della Clinica pediatrica universitaria e Responsabile del tavolo tecnico per le malattie infettive e le vaccinazioni della SIP, Società Italiana di Pediatria – perché il messaggio che vogliono lanciare queste nuove indicazioni è chiaro: occorre vaccinarsi per tutelare la salute propria e degli altri e per scongiurare ulteriori chiusure delle scuole. Con la vaccinazione la didattica in presenza è assicurata, ma vedo anche che la quarantena scende da dieci a cinque giorni. Anche questo mi pare un segno positivo: con l’aumento dei soggetti vaccinati a scuola il virus, infatti, circola meno. Inoltre, i soggetti vaccinati, se si infettano, presentano una carica virale più bassa rispetto ai non vaccinati e, per questo, meno trasmissibile». «Credo sia giusto che un soggetto vaccinato abbia un percorso preferenziale rispetto a chi non si vaccina, perché una persona vaccinata è più protetta e protegge di più la comunità: è ben dimostrato, infatti, che con l’aumento della copertura vaccinale si è limitata la circolazione del virus. E questo, con una variante diffusiva come Omicron, è un elemento di cui non si può non tener conto».
E proprio per arginare Omicron è fondamentale aumentare la copertura vaccinale: «La fascia di età tra i 12 e i 17 anni è stata molto colpita dal virus durante le feste natalizie, ma ora che è raccomandato fare la terza dose anche per questa parte di popolazione, si spera che la copertura aumenti perché si è visto che la terza dose è importantissima per fronteggiare e limitare Omicron». Nella fascia 5-11 anni purtroppo i dati non sono confortanti: ad oggi solo il 15,42% di questa popolazione ha completato il ciclo vaccinale, mentre il 33% ha ricevuto la prima dose. «Le coperture così basse non si possono spiegare solo per l’aumento della DAD di queste settimane che avrebbe fatto saltare gli appuntamenti alla vaccinazione – ribadisce Esposito – credo che occorra mettere in campo sistemi che facilitino le prenotazioni, ad esempio proponendo date già definite, come avviene per gli screening rivolti agli adulti. E poi ci vorrebbero sessioni open, senza prenotazione. E sarebbe utile coinvolgere tutte le figure pediatriche che lavorano in ospedale e sul territorio per portare avanti le vaccinazioni. Ad esempio, i malati cronici in follow-up presso Centri di riferimento ospedalieri, se non ancora vaccinati, dovrebbero venire vaccinati il giorno stesso in cui si presentano in Ospedale per una visita”. La scuola si salva con la vaccinazione, in poche parole. “Certamente – chiarisce la referente della SIP – perché con il vaccino non solo si riduce la probabilità di acquisire l’infezione, ma anche chi la contrae la trasmette meno perché il virus, nei vaccinati, viene eliminato mediamente in tre giorni. Nei non vaccinati più rimanere anche per 2-3 settimane».
La professoressa Esposito non promuove solo le nuove indicazioni sulla quarantena, ma anche l’uso dell’autotesting, fino ad oggi tenuto ben chiuso nel cassetto da CTS e Ministero della Salute. «In Emilia-Romagna già da qualche settimana si usa il test antigenico in auto somministrazione per valutare la positività a casa, senza dover andare in farmacia e, quindi, senza dover entrare in luoghi affollati da infetti. È un progetto di autotesting che vale solo per i vaccinati e che rappresenta un’alleanza tra i cittadini e la sanità pubblica. È stato molto apprezzato, in due settimane sono stati caricati sul fascicolo sanitario elettronico oltre 20.000 esiti. A seguito dell’introduzione della vaccinazione di massa, credo che nei vaccinati i tamponi vadano fatti solo a soggetti con sintomi, farli a tappeto in via preventiva oggi non ha più senso se non in presenza di particolari condizioni di rischio».
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Angelica Giambelluca
Giornalista professionista dal 2009, scrive di medicina e sanità per diverse testate nazionali. Si occupa anche di comunicazione in ambito medico e sanitario. Dirige un portale dedicato al mondo dei pazienti, www.medoramagazine.it.