Un testicolo gonfio e dolente potrebbe celare (ma non per forza) un tumore. Un'ecografia può permettere di escludere la presenza di condizioni benigne
Il gonfiore, spesso accompagnato dal dolore, è il campanello d'allarme che più di ogni altro dovrebbe portare un uomo a sentire il parere del medico.
La concomitanza di segni e sintomi - anche se, è bene chiarire: il problema non riguarda tutti coloro che ne soffrono - è la «spia» che più di qualsiasi altra deve far sospettare una diagnosi di tumore al testicolo.
Una malattia che, pur mostrando tassi di guarigione in crescita (nove persone su dieci sono vive a cinque anni dalla diagnosi), risulta più diffusa rispetto al passato (in Italia si osserva un aumento del tre per cento annuo delle diagnosi).
ATTENZIONE AL GONFIORE DI UN TESTICOLO
A fare chiarezza è uno studio condotto in Gran Bretagna e pubblicato sul British Journal of General Practice, confrontando le informazioni rese da 1.398 pazienti colpiti da un tumore al testicolo negli ambulatori di medicina generale del Regno Unito con quelle di quasi cinquemila persone sane.
Obiettivo della ricerca, condotta da due ricercatori dell'Università di Exeter, era quello di associare i sintomi alle probabilità di aver sviluppato la neoplasia urologica, che colpisce quasi esclusivamente adolescenti e giovani adulti.
Il campanello d'allarme, per la maggior parte pazienti, era giunto perlopiù dal gonfiore della ghiandola sessuale.
L'aumento delle dimensioni, in molti casi, era accompagnato anche dal dolore.
Meno frequente è invece risultata l'associazione tra la presenza di grumi di sangue nel testicolo e il gonfiore dello scroto (la sacca che avvolge i testicoli) e la comparsa della malattia.
C'è un legame tra l'infertilità maschile e la diffusione del tumore al testicolo?
I CONTROLLI DA FARE
Se un testicolo di presenta gonfio e dolente per diversi giorni e non si riesce a immaginare un'altra possibile causa (in primis un trauma), occorre approfondire i controlli (se non direttamente con un urologo, con il proprio medico di famiglia).
Commentando il lavoro, i ricercatori hanno messo nero su bianco che alcune diagnosi di idrocele, condizione che determina l’ingrossamento di uno o di entrambi i testicoli, a causa di eccessivo accumulo di liquido dentro la tunica che avvolge la ghiandola, «potrebbero essere errate e celare in realtà un tumore». Da qui l'invito a effettuare «un'ecografia, ogni qual volta una diagnosi di idrocele è incerta».
Soltanto in caso di ulteriore sospetto, occorrere procedere con il dosaggio di alcuni marcatori rilasciati eventualmente nel sangue dalle cellule tumorali (alfa-fetoproteina, beta-HCG e latticodeidrogenasi).
E poi, se necessario, con una biopsia.
COME EFFETTUARE
L'AUTOPALPAZIONE DEL TESTICOLO?
CONTROLLARSI A CASA
Immaginando che il gonfiore di un testicolo celi la malattia oncologica, la diagnosi precoce serve ad aumentare le chance di sopravvivenza del singolo paziente.
«Raramente il tumore al testicolo mette a rischio la vita dell’uomo, ma è importante che ognuno tenga sotto controllo la propria salute con l’autopalpazione regolare, come fanno le donne per il seno - afferma Roberto Salvioni, direttore della struttura complessa di chirurgia urologica dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. Bisogna scardinare quei tabù che in molte famiglie sono ancora purtroppo ben radicati. Proprio toccandosi i testicoli nel momento dell’igiene quotidiana, è possibile cogliere differenze nella forma o nella consistenza, che potrebbero essere un segnale precoce di malattia».
Fonti
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).