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Oncologia
Paola Scaccabarozzi
pubblicato il 09-10-2024

Storia di un amore complicato: gli italiani e il Sistema Sanitario Nazionale



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Soddisfatti di medici e prestazioni, fiduciosi nella medicina. Ma l'accesso a visite e screening è una corsa ad ostacoli, specie al sud. Ci si aspetta una sanità più digitale. I dati del decimo STADA Health Report

Storia di un amore complicato: gli italiani e il Sistema Sanitario Nazionale

Quale il rapporto degli italiani con il Sistema Sanitario Nazionale (SSN)? E quello con la digitalizzazione che sta prendendo sempre più piede anche nell’ambito della Sanità? E come la percezione generale delle prestazioni sanitarie si modifica in relazione all’età e al sesso? Un quadro preciso e aggiornato arriva dalla decima edizione dello STADA Health Report, ossia un’ampia indagine condotta online da Human8 per conto del Gruppo STADA su un campione di 46.000 cittadini in 23 Paesi (circa 2.000 intervistati provenienti ciascuno da Austria, Belgio Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Italia, Kazakistan, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Uzbekistan).

 

L'ACCESSO DIFFICILE E L'ESERCITO DI CAREGIVER (DONNE)

Per l'Italia ciò che emerso è la difficoltà di accesso alla prenotazione di esami diagnostici e visite tramite il Sistema Sanitario Nazionale. Infatti un italiano su due (52%) si ritiene insoddisfatto, ma spesso non del sistema sanitario in sé, bensì dell’accesso ai suoi servizi. Per la maggior parte degli intervistati infatti (70%), la principale causa di insoddisfazione riguarda la difficoltà ad ottenere un appuntamento per effettuare una visita medica o un esame clinico.

Come precisa Claudio Cricelli, presidente emerito della Società italiana di medicina generale (Simg), ciò è vero, soprattutto, nell’Italia meridionale e nelle isole dove, prenotare analisi, accertamenti e visite specialistiche può costituire, talvolta, un iter molto lungo e difficoltoso, o perché mandano servizi specialistici, o perché i CUP (centro unico di prestazione regionale) non sono efficienti.

«Sono in particolare le donne - prosegue Cricelli - a mettere in evidenza questo aspetto. La ragione è facilmente intuibile: il sesso femminile si fa non solo carico della propria salute, ma anche di quella dei propri cari, soprattutto anziani. L’80% delle richieste di erogazione di servizi viene infatti richiesto da “un esercito di donne caregiver, siano esse figlie, mogli o badanti».

 

SODDISFAZIONE PER MEDICI E PRESTAZIONI

Raggiunto poi l’obiettivo della prenotazione, la maggioranza degli italiani (69%) si ritiene soddisfatta di un sistema sanitario che è riconosciuto anche all’estero come uno dei migliori del mondo. Così è sostanzialmente dal 1978, quando il Sistema Sanitario Nazionale è stato istituito con la legge n.833, basandosi su tre criteri fondamentali:

  • l’universalità delle prestazioni sanitarie, destinate cioè a tutta la popolazione;
  • l’uguaglianza, ossia l’accesso alle cure senza alcuna discriminazione
  • l’equità (parità di accesso in relazione a uguali condizioni di salute).
 

PREVENZIONE COMPLICATA

Gli italiani si dichiarano anche fiduciosi nei confronti della medicina convenzionale (quella applicata dal nostro SSN che si basa su studi ed evidenze scientifiche, ndr.). Lo è il 77% del campione. Si tratta di una percentuale più alta rispetto a quella europea che, nel suo complesso, si aggira intorno al 69%. Dolente invece il quadro relativo alla prevenzione: quasi 6 italiani su 10 (59%) non si sottopongono, infatti, a screening e controlli.

È un problema acuito, per il 20% degli intervistati e sempre soprattutto al sud, anche dalla mancanza di accessi ai servizi di prevenzione. Da questo punto di vista, importante è anche il ruolo delle farmacie dove, è possibile l’esenzione di test di screening, come ad esempio quello per il colon-retto, analisi del sangue, ECG… che, come sottolineato da Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti, non sono qualitativamente inferiori a quelli erogati dagli ospedali.

 

DOVE CI SI INFORMA SULLA SALUTE

Molti (84%) sono gli italiani che consultano “dottor Google” e affini, per raccogliere informazioni sulla propria salute e quella dei familiari; la fiducia viene poi riposta negli operatori sanitari, a cominciare dal medico di base, a cui i 63% degli intervistati richiede informazioni. Seguono gli altri operatori sanitari (medici specialisti) nel 58% dei casi e i farmacisti (54%). Per quanto riguarda internet, entrando più nello specifico, le ricerche avvengono principalmente sul motore di ricerca “Google” (59%). Nel 35% dei casi si leggono articoli online, segue poi l’accesso a siti web di istituti sanitari o di aziende farmaceutiche (19%) e il riferimento alle notizie diffuse dagli influencer (17%).

Ovviamente l’attendibilità della fonte costituisce una condizione fondamentale e imprescindibile per ottenere un’informazione adeguata e corretta che rappresenta, in ogni caso, un tassello minimo rispetto alla presa in carico da parte del medico di base, dello specialista e del Sistema Sanitario nel complesso. Le informazioni per essere attendibili vanno ricercate su siti istituzionali (es. Istituto Superiore Sanità), siti di ospedali, società scientifiche, associazioni di pazienti che dispongano di supervisione scientifica o riviste di settore accreditate.

 

DIGITALIZZAZIONE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Per quanto concerne invece l’integrazione dell’intelligenza artificiale in ambito medico:

  • un italiano su due si dichiara fiducioso e favorevole (52%)
  • in particolare gli uomini (58% dei maschi rispetto al 46% delle donne)
  • e i giovani (il 61% degli intervistati tra i 18 e i 34 anni si è dimostrato, infatti, ottimista nei confronti dell’AI; un terzo ritiene, addirittura, che l’AI debba essere necessariamente integrata e mantenuta nel settore sanitario in futuro.

Per quanto riguarda la digitalizzazione:

  • il 60% degli intervistati si aspetta in futuro cartelle cliniche digitalizzate
  • il 41% desidererebbe avere a disposizione foglietti illustrativi dei farmaci in formato elettronico (in particolare i giovani, 46%)
  • il 35% App per la salute su prescrizione medica.

Resta, in ogni caso, centrale il rapporto con il medico che per 4 intervistati su 10 costituisce un elemento focale e irrinunciabile. La relazione umana non è dunque ritenuta in alcun modo eliminabile e/o sostituibile. Ciò vale per i medici di base, per gli specialisti e anche per i farmacisti che giocano un ruolo chiave, soprattutto in realtà molto piccole e periferiche e, in particolare modo, per le persone anziane.

Paola Scaccabarozzi
Paola Scaccabarozzi

Giornalista professionista. Laureata in Lettere Moderne all'Università Statale di Milano, con specializzazione all'Università Cattolica in Materie Umanistiche, ha seguito corsi di giornalismo medico scientifico e giornalismo di inchiesta accreditati dall'Ordine Giornalisti della Lombardia. Ha scritto: Quando un figlio si ammala e, con Claudio Mencacci, Viaggio nella depressione, editi da Franco Angeli. Collabora con diverse testate nazionali ed estere.   


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