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Neuroscienze
Redazione
pubblicato il 30-07-2024

Siamo sicuri che non esistano i sogni premonitori?


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I sogni possono essere premonitori? La risposta scientifica ad una curiosità diffusa

Siamo sicuri che non esistano i sogni premonitori?

So che fanno tanti studi sui sogni, oltre che sul sonno, e vorrei chiedere a un esperto se è provato che non esistono i sogni premonitori. Perché io - sarà che sono anziana - ci credo. Ho avuto due esperienze in proposito: sui 40 anni feci un sogno, un brutto sogno, che poi, letto a ritroso, anticipava la morte di mia mamma per tumore, e un altro che non si riferiva al futuro ma mi indicava dove cercare in casa un oggetto prezioso che non riuscivo più a trovare. Grazie se vorrete soddisfare questa mia curiosità, forse sciocca.

Olga

Risponde il professor Luigi De Gennaro, ordinario di Psicobiologia presso la Facoltà di Medicina e psicologia dell’Università La Sapienza di Roma

È una domanda che mi viene rivolta frequentemente e devo fare sempre torto alla mia origine campana, terra natale della Smorfia. Ovviamente, indagare scientificamente su questa specifica questione è molto complesso. Posso solo fornire una risposta parziale, l'unica approcciabile dalla Ricerca: circa novant'anni fa, Murray e Wheeler, due psicologi dell’università di Harvard, testarono la possibilità che i sogni potessero essere profetici o premonitori. Essi invitarono i lettori di un giornale a riportare i loro sogni che avessero qualche riferimento al rapimento del figlio di Charles Lindbergh (i.e., il primo trasvolatore dell'Atlantico in solitaria e senza scalo, il cui bambino fu rapito nel marzo 1932 e ritrovato senza vita nel mese di maggio successivo). Risposero 1.300 persone: solo il 5% anticipò che il ragazzo era morto (il che è relativamente banale per casi come questo di rapimenti di minori che non arrivano al ritrovamento per settimane). Solo 4 su 1.300 (0.0037%) individuarono anticipatamente il luogo in cui sarebbe stato. Anche se uno potrebbe essere tentato dalla conclusione che, comunque, qualcuno avesse avuto un sogno premonitore sull'evento in questione, una percentuale di 0.0037% viene ritenuta dalla prassi scientifica espressione del caso.

Uscendo dallo studio citato, l'interpretazione più ovvia è comunque sulla stessa scia. Noi esprimiamo attività onirica tutte le notti e per più volte nella stessa notte. Ognuno di questi sogni incorpora a diverso titolo eventi della vita reale. Un meccanismo cognitivo molto comune mette da parte le migliaia di volte in cui il sogno non si accoppia a qualche futuro evento di realtà, ma ricordiamo o diamo rilevanza solo a quella volta su molte migliaia in cui casualmente un elemento onirico coincide con un successivo elemento della vita reale. Questa non è premonizione, ma semplicemente casualità.

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