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Neuroscienze
Redazione
pubblicato il 11-06-2015

Ha ragione chi dice che la cervicale non esiste?



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Da tempo soffro di forti mal di testa e spesso vomito quando mi fa male la testa.

Ha ragione chi dice che la cervicale non esiste?

Da tempo soffro di forti mal di testa e spesso vomito quando mi fa male la testa. Mi hanno detto che ho la cervicale, mi sono sottoposto a un sacco di esami, ma non ho risolto nulla. Recentemente un medico mi ha spiazzato: “Guardi che la cervicale non esiste”. È così? Allora io cosa ho e come posso uscirne?                                                                                          

Virgilio G., Urbino

Risponde il dottor Carlo Lovati (nella foto), responsabile del Centro cefalee presso l’Ospedale Sacco di Milano

 

Premetto subito: la cervicale non esiste. Lo so, dirlo potrebbe sembrare una provocazione, ma se si parla di mal di testa è una affermazione seria e necessaria.

Anche accettando una diagnosi di "cervicale" come sinonimo popolare di "cervicalgia" come qualcuno sostiene, bisogna precisare che non si tratta di una forma di cefalea (di un mal di testa), ma al più di un dolore al collo.

Poi, non è una diagnosi, ma la traduzione colta di "mal di collo", quindi la definizione di un sintomo, mentre una diagnosi è l'individuazione di una patologia con la conseguente possibilità di capirne la patogenesi, l’origine, scegliendo le indagini e cercando poi una cura. 

In Italia purtroppo la “cervicale” viene spessissimo usata per catalogare un mal di testa ricorrente, è una tradizione formatasi negli anni ’50 e ‘60, quando col termine si indicava artrosi cervicale, ma dopo si è visto che no, non c’entrava.

Del resto è una “tradizione” tutta italiana, in nessun altra nazione o testo medico c’è questo termine. Accade così che comici internazionali, come John Peter Sloan a Zelig tempo fa ci prendano in giro su questo tema: gli italiani dicono tutti di avere la "cervicale".

Così come solo nostrana è la diagnosi della “congestione”, del “colpo d’aria”. 

Ma se col temine popolare di “cervicale” si intendesse la “cefalea cervicogenica”? No, perché: è rara e non può essere sostenuta da spondilosi/artrosi cervicale, necessita anzi di segni radiologici importanti come fratture, neoplasie. E si risolve trattando le cause.

Per la diagnosi di una cefalea fanno testo i criteri Ihs emessi dalla Società internazionale delle cefalee. Allora chi avrebbe la cervicale che cos’ha veramente? In genere sono persone con cefalee primarie (emicrania in primis) curabili. Avendo spesso cefalea (che vuol dire mal di testa e non è una diagnosi) associata a nausea e magari instabilità o capogiro ricevono molte volte questa diagnosi priva di base purtroppo anche da parte di molti medici.

E ciò porta ad esami inutili (radiografia  e risonanza magnetica del collo), come racconta l’autore della lettera, e a trattamenti non indicati (massoterapie, tens, ionoforesi), a anni di uso e abuso di analgesici, a giorni di lavoro persi, a cronicizzazione che risulta poi difficile da trattare poiché gestita tardi. Insomma a costi sociali alti quanto immotivati.

Gli “emicranici” sono una donna su 4 e un uomo su 10. E per fare diagnosi di “cefalea primitiva” in genere non servono esami: spesso bastano una buona anamnesi e i criteri Ihs.

Di recente alcuni testi recenti online scrivono che per “cervicale” si intende la cervicalgia o cervicobrachialgia come se queste fossero una diagnosi (mentre sono la traduzione in “medichese” di mal di collo e male di collo e braccia) e indicando il mal di testa come sintomo “secondario”. Purtroppo anche questi testi che vorrebbero correggere così facendo spingono tantissimi pazienti e anche medici a infilare in questa voce un sacco di “cefalee primitive”, ben più frequenti come detto sopra, specie del tipo “emicrania” e “cefalea tensiva”. 

Concludo: in quindici anni al Centro cefalee con un migliaio di visite annue di cui almeno 200 nuove diagnosi, praticamente nessuno dei soggetti etichettati come "cervicale" avevano una cefalea “secondaria”, cervicigenica inclusa.


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