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Redazione
pubblicato il 07-01-2020

Il nostro Dna influenza la risposta agli alimenti che mangiamo?



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La risposta è sì, come dimostra la relazione tra ciò che mangiamo e alcune malattie rare. La nutrigenetica ha il compito di studiare il ruolo del Dna nella risposta alla dieta

Il nostro Dna influenza la risposta agli alimenti che mangiamo?

Il corredo genetico condiziona il modo in cui si assorbono, metabolizzano e utilizzano i componenti della dieta. La branca della scienza che studia il ruolo della genetica nella risposta alla dieta è detta nutrigenetica.


La prima dimostrazione dell’esistenza di una relazione tra dieta, geni e salute viene dalla caratterizzazione di alcune malattie rare. I bambini che nascono con la fenilchetonuria possiedono una forma mutata del gene di un enzima del fegato, la fenilalanina idrossilasi. Questo enzima serve a metabolizzare la fenilalanina, uno degli amminoacidi di cui sono composte le proteine. Se il gene è mutato, l’enzima non funziona, la fenilalanina si accumula nel sangue e ha un effetto tossico su cervello. È indispensabile che i pazienti affetti da fenilchetonuria seguano un regime alimentare povero di proteine (e quindi di fenilalanina).


Un altro esempio di quanto contino i geni nell’alimentazione riguarda la digestione del latte. Il gene della lattasi, l’enzima che digerisce il lattosio contenuto nel latte e nei latticini, è attivo nella prima fase della vita: se il gene è attivo, viene prodotta la lattasi che taglia il lattosio nelle sue unità semplici (glucosio e galattosio). Il gene della lattasi sarebbe destinato a spegnersi con lo svezzamento, tuttavia alcune persone hanno una variante genetica per cui il gene è attivo anche durante la vita adulta. La percentuale della popolazione che mantiene la capacità di digerire il lattosio va dal 90 per cento nel Nord Europa, al 50 per cento nell’area mediterranea e mediorientale fino a meno del 20 per cento in Africa.


Dai geni può dipendere la quantità di micronutrienti di cui abbiamo bisogno. Per esempio, le persone che possiedono alcune varianti del gene MTHFR non riescono a metabolizzare efficientemente l’acido folico, perciò hanno bisogno di assumere più folati rispetto al resto della popolazione.



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