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L'esperto risponde
Francesca Morelli (a cura di)
pubblicato il 08-12-2021

Dopo un linfoma l'uso di protesi mammarie è rischioso?



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Una rara forma di linfoma può essere in casi rarissimi correlata all'uso di protesi mammarie. Come deve regolarsi un'ex paziente?

Dopo un linfoma l'uso di protesi mammarie è rischioso?

Mia moglie quasi vent’anni fa ha avuto un linfoma di non Hodgking e, dopo un autotrapianto non andato a buon fine e un secondo da donatore, poi seguito da cure mediche mirate, nel 2012 è stata riconosciuta guarita. Qualora si sottoponesse ad una mastoplastica additiva per fini estetici, potrebbe incorrere in un nuovo linfoma avendolo già avuto? È vero che chi ha avuto un linfoma in passato non può sottoporsi a questo tipo di intervento per tutta la vita?

M.V.

Risponde la dottoressa Cristina Garusi, direttore senior della Divisione di Chirurgia Plastica, Istituto Europeo di Oncologia, Milano

 

Caro signore,

Non vi è alcuna correlazione fra il linfoma da cui la signora è guarita ed il rischio, minimo, di poter sviluppare un ‘nuovo’ linfoma associato all’impianto di protesi mammarie. Questo rischio, infinitesimale, esiste, ma le probabilità che possa ri-manifestare la malattia sono uguali a quelle della popolazione generale, di una donna sana o affetta da altre problematiche.

Questo significa che non vi è una esposizione di rischio aumentata per via del precedente linfoma.

Tuttavia, poiché il Bi-ALCL (Breast Implants Anaplastic Large Cell Linfoma) è oggi un evento noto, che è stato riconosciuto anche come malattia rara, è deontologicamente corretto informare di questa eventualità ogni paziente che inserisce una protesi mammaria a scopo estetico o ricostruttivo.

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A fronte dell’informazione, la paziente deve altresì essere consapevole, e lo ribadisco, che questo specifico rischio è minimo. La signora può quindi sottoporsi a un intervento estetico con la raccomandazione di rivolgersi a chirurghi specialisti e di proseguire con i controlli annuali.


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