Il gravidanza vanno monitorati gli anticorpi per la toxoplasmosi: quando è il caso di preoccuparsi? Scopriamo tutte le precauzioni per evitare l'infezione
Sono incinta e dagli ultimi esami del sangue gli anticorpi IgM per la toxoplasmosi risultano negativi, seppur presenti in piccole quantità, mentre gli anticorpi IgG, pur essendo anch’essi molto bassi, tanto da essere considerati negativi, si sono leggermente alzati rispetto al precedente esame, devo preoccuparmi?
Giusy (domanda pervenuta via mail)
Risponde Irene Cetin, Professore Ordinario di Ostetricia e Ginecologia presso Università degli Studi di Milano
Gentile signora,
secondo la situazione da lei descritta non c’è nulla di cui preoccuparsi. Se gli anticorpi IgM, pur essendo presenti in piccolissime quantità, sono negativi, significa che non c’è nessuna infezione in corso. Il fatto che gli anticorpi IgG si siano alzati leggermente dagli ultimi esami, pur risultando negativi, può essere dovuto a normali oscillazioni di un qualunque valore di laboratorio. Una variabilità nel dosaggio di qualunque sostanza, infatti, è sempre presente. Inoltre, in gravidanza il sistema immunitario può avere delle fluttuazioni nella produzione di anticorpi che non sono però specifici per la toxoplasmosi, essendo sotto la soglia indicata dal laboratorio.
CHE COS’È LA TOXOPLASMOSI?
La toxoplasmosi è una malattia causata da un parassita chiamato Toxoplasma gondii. Sebbene la toxoplasmosi possa colpire chiunque, compresi gli adulti sani, può essere particolarmente preoccupante durante la gravidanza a causa dei potenziali rischi per il feto. Conoscendo come si trasmette la malattia e con le dovute accortezze, però, non c’è nulla da temere.
La toxoplasmosi può essere trasmessa attraverso il contatto con feci di gatti infetti o con terreno o acqua contaminata, ingestione di cibo contaminato e infezione da altri animali. Poiché le donne in gravidanza sono particolarmente vulnerabili alle infezioni, a causa di cambiamenti nel loro sistema immunitario, potrebbero essere più suscettibili all'infezione da Toxoplasma gondii.
COME PREVENIRE IL CONTAGIO?
Per la toxoplasmosi, al contrario di altre malattie rischiose per il feto come la rosolia, non esiste un vaccino. Come prevenire il contagio? La trasmissione è di tipo oro-fecale, e non per via aerea, per questo bisogna evitare il contatto con le feci dei gatti e lavare accuratamente frutta e verdura con abbondante acqua corrente per eliminare residui di terra che potrebbero contenere il toxoplasma. Attenzione anche alla cottura della carne: durante la gravidanza è preferibile consumarla ben cotta per eliminare l’eventuale presenza del parassita. In generale, il lavaggio frequente e accurato delle mani rappresenta un importantissimo metodo di prevenzione.
DOBBIAMO AVERE PAURA DEI GATTI?
Se il gatto è infetto, il contatto con le sue feci potrebbe risultare rischioso per la donna incinta che potrebbe trasmetterlo al feto. Sarebbe dunque preferibile che del cambio della lettiera si preoccupasse qualcun altro. Tuttavia, con qualche accortezza, in caso di necessità anche la gravida può occuparsene: basterà utilizzare i guanti e lavare spesso le mani dopo aver toccato oggetti che potrebbero essere stati contaminati dalle feci. Seguendo questi consigli non sarà assolutamente necessario allontanare eventuali gatti da casa: soprattutto i gatti domestici non devono rappresentare motivo di preoccupazione.
L’IMMUNITÀ DURA PER TUTTA LA VITA
La toxoplasmosi contratta durante la gravidanza, e trasmessa al feto, può causare una serie di complicanze per il nascituro. Nei soggetti sani, invece, l'infezione da toxoplasmosi di solito è lieve o addirittura asintomatica. Può capitare dunque che le donne in attesa scoprano all’inizio della gravidanza di avere già anticorpi IgG, ovvero quelli della memoria, a indicare una passata infezione. In questo caso la futura mamma non deve più temere la toxoplasmosi in quanto l’immunità per questa specifica infezione dura per tutta la vita. Le donne che non l’hanno mai contratta, invece, che sono di solito la maggior parte, dovranno controllare l’eventuale presenza di anticorpi IgM, ovvero quelli che indicano un’infezione in corso, circa una volta al mese per tutta la gravidanza.
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