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I nostri ricercatori
Chiara Segré
pubblicato il 04-06-2014

Due ricercatori sostenuti da Fondazione Veronesi premiati per l’eccellenza



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A Eugenio Martinelli e Alessio Molfino, due degli oltre 180 scienziati sostenuti nel 2014, importanti riconoscimenti per la carriera e le attività di ricerca

Due ricercatori sostenuti da Fondazione Veronesi premiati per l’eccellenza

Alessio Molfino è un medico che, tra Roma e gli Stati Uniti, lavora per diminuire gli effetti collaterali della chemioterapia.

Eugenio Martinelli è un ingegnere e, all’Università di Roma Tor Vergata, sta sviluppando un “naso elettronico” per fiutare i tumori quando sono ancora in fase iniziale.

Alessio ed Eugenio sono due degli oltre 180 giovani ricercatori italiani che costituiscono l’esercito di eccellenze sostenuto da Fondazione Veronesi. Entrambi hanno recentemente ricevuto dai loro atenei riconoscimenti ufficiali per la qualità dei loro progetti e per la carriera compiuta nell’ambito della ricerca biomedica.

Alessio Molfino, per i traguardi professionali raggiunti, è stato nominato “laureato dell’anno” dell’Università La Sapienza di Roma, mentre Eugenio Martinelli ha ricevuto un encomio dal Professor Giuseppe Novelli, Rettore dell’Università di Roma Tor Vergata per la sua ricerca. Un’ulteriore conferma della qualità e del valore dei ricercatori italiani che vengono ogni anno sostenuti da Fondazione Veronesi.

Questi i progetti di ricerca di Alessio ed Eugenio che Fondazione finanzia nel 2014.

La ricerca di Alessio: eliminare gli effetti indesiderati della chemioterapia

Il carcinoma mammario colpisce ogni anno più di un milione di donne al mondo e oltre 40.000 in Italia. É ormai noto che sovrappeso, obesità e diete sbilanciate possano favorire la comparsa di tumore al seno. In particolare, diete a elevato contenuto di acidi grassi della serie omega-6 e carenti in acidi grassi della serie omega-3 favoriscono un aumento del rischio di sviluppare carcinoma mammario.

Alessio studia come una diversa composizione lipidica nelle cellule di pazienti affette da carcinoma al seno possa predisporre allo sviluppo del tumore. La membrana delle cellule è infatti costituita da diversi tipi di lipidi: la composizione è diversa tra cellule tumorali e cellule sane, e questo può influenzare la “facilità” con cui una molecola, ad esempio un chemioterapico, riesce a penetrare all’interno delle cellule. In particolare, alcuni studi indicano che i grassi polinsaturi della serie omega-3, i cosiddetti “lipidi buoni”, migliorano la sensibilità delle cellule tumorali alla chemio e alla radio terapia, ma non delle cellule sane, riducendo gli effetti collaterali.

Al contrario, i grassi della serie omega-6 sembrano aumentare le probabilità di sviluppare un tumore al seno. I risultati della ricerca saranno preziosi per stabilire come cambiano i valori di omega-3 nelle pazienti con carcinoma mammario, quali sono i valori ottimali da mantenere e come affiancare alle cure tradizionali diete mirate da prescrivere alle pazienti per nutrire in maniera sana e contemporaneamente migliorare gli effetti delle terapie anti-tumorali.

Leggi l’intervista ad Alessio

La ricerca di Eugenio: sviluppare un “naso” per identificare i tumori

Una delle sfide più grandi dell’oncologia moderna è quella di riuscire a individuare i tumori in fase precoce, prima ancora che si manifestino i sintomi. Diagnosi precoce significa sempre di più fare la differenza ed aumentare sensibilmente le probabilità di guarigione da un tumore.

Le cellule tumorali hanno un metabolismo alterato rispetto alle cellule sane: di conseguenza, anche la quantità e la qualità delle molecole prodotte è differente, in particolare i composti organici volatili. Riuscire a identificare le molecole volatili emesse in maniera specifica dalle cellule tumorali rappresenterebbe un valido strumento, non invasivo ed economico, per segnalare la presenza di un tumore in fase molto inziale.

Il gruppo di ricerca di Eugenio ha recentemente sviluppato un sistema biologico per discriminare linee cellulari di tumore al seno da linee cellulari normali utilizzando i neuroni olfattivi del moscerino della frutta opportunamente ingegnerizzati. Questi neuroni contengono oltre 50 tipi di recettori per gli odori a cui sono in grado di rispondere, e l’elaborazione dei profili di risposta tramite analisi informatiche e strumentali “fotografa” la varietà di molecole emesse dai diversi campioni, sani e tumorali, distinguendoli.

Gli obiettivi principali della ricerca sono quelli di  ampliare la sensibilità del sistema biologico, sviluppare un software di analisi più raffinato e l’interfaccia elettronica del dispositivo. Lo sviluppo di “nasi biologici-elettronici” rappresenta una nuova e promettente strategia per la diagnosi precoce; ad esempio potrebbero essere di grande aiuto al medico di famiglia in uno screening di base economico e non invasivo che, in caso di risposta positiva, possa indirizzare tempestivamente il paziente verso gli esami di accertamento tradizionali.

Leggi un approfondimento sulla ricerca di Eugenio

 

Chiara Segré
Chiara Segré

Chiara Segré è biologa e dottore di ricerca in oncologia molecolare, con un master in giornalismo e comunicazione della scienza. Ha lavorato otto anni nella ricerca sul cancro e dal 2010 si occupa di divulgazione scientifica. Attualmente è Responsabile della Supervisione Scientifica della Fondazione Umberto Veronesi, oltre che scrittrice di libri per bambini e ragazzi.


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